PORTO CESARIO (Lecce) – Uccisi nel sonno a colpi di martello e scalpello, durante una rapina. È la pista più battuta dagli investigatori dell’Arma, che indagano sul duplice delitto avvenuto nelle scorse ore in un’abitazione alla periferia di Porto Cesareo, dove marito e moglie sono stati trovati barbaramente uccisi in camera da letto.
Le vittime sono Luigi Ferrari e Maria Antonietta Parente, da tutti conosciuta come Antonella, di 58 e 56 anni, del posto: l’uomo, lavoratore occasionale, proprio oggi avrebbe dovuto iniziare a lavorare presso la ditta “Bianco”, che si occupa della raccolta dei rifiuti nel comune ionico, mentre la donna era dipendente di un’impresa di pulizie.
A scoprire i cadaveri è stata la figlia Alessandra, insegnante di danza, che intorno alle 8 del mattino aveva raggiunto l’abitazione dei genitori, che vivono da soli, ritrovandosi davanti a ciò che non avrebbe mai voluto vedere: padre e madre, esanimi, distesi ai piedi del letto in una pozza di sangue.
La tragedia è avvenuta in un’abitazione al civico 84 di via Vespucci e, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe maturata durante una rapina in casa.
Gli autori (risulta difficile pensare che ad agire sia stata una sola persona) sapevano come muoversi in casa e, soprattutto, sapevano che i coniugi custodivano una cassaforte a muro, letteralmente sradicata dalla parete. Probabilmente, gli assassini sapevano anche che l’uomo, proprio ieri, aveva effettuato un grosso prelievo di denaro, pare 5mila euro.
Chi ha agito è entrato in casa dalla parte posteriore, passando attraverso una campagna retrostante. E qui, servendosi di una vecchia scala in ferro, ha dapprima scavalcato un muro di circa 3 metri, per poi, sempre servendosi della scala, raggiungere la finestra della veranda della coppia, forzata senza troppe difficoltà.
È probabile che marito e moglie, ritrovati in mutande e maglietta, siano stati svegliati dai rumori causati dai malviventi. E, forse, non hanno fatto in tempo neppure a chiedere aiuto, che sono stati subito massacrati: la donna presentava tre ferite triangolari alla testa, mentre l’uomo – che gestiva il “Club degli amici”, adiacente alla sua abitazione – molte di più.
La figlia della coppia, dopo la macabra scoperta, ha allertato il 118, che ha poi provveduto ad avvisare i carabinieri. Gli investigatori hanno presto raggiunto la zona, delimitando l’area e provvedendo ad ascoltare la figlia ed altre tre persone, accompagnate in caserma, che sarebbero entrate in casa dopo il duplice delitto.
Gli specialisti del reparto scientifico dell’Arma, supportati dai colleghi del Sis di Bari (sezioni investigazioni scientifiche, specializzati in rilievi dattiloscopici), hanno eseguito innumerevoli rilievi, provvedendo a ricostruire la dinamica dei fatti ed a repertare tracce e macchie di sangue, che potrebbero portare ad una svolta.
È evidente che gli autori sapessero della presenza della cassaforte in casa, dal momento che hanno raggiunto l’abitazione dei coniugi Ferrari con gli “attrezzi del mestiere”, utili per avere la meglio su qualsiasi tipo di forziere. Gli stessi strumenti che, pochi istanti dopo, sono diventati l’arma del delitto.
Sul posto è intervenuto il pm Giuseppe Capoccia ed il medico legale Roberto Vaglio, oltre agli investigatori del Reparto Operativo, del Nucleo investigativo e della compagnia di Campi Salentina. A tutti loro sono affidate le indagini e le speranze dei tanti cesarini che, da stamattina, vivono col terrore.