BARI – L’intervento di Raffaele Fitto ha azzerato tutto il lavoro fatto sul tavolo del centrodestra. La ratio dell’ex ministro è chiara: chiedendo di fare le primarie, a meno che la coalizione non decida di puntare su un solo nome all’unanimità, signifca evitare di prendersi la respunsabilità di puntare su un solo nome, così il cerchio magico di Berlusconi non potrà addossargli le colpe, come è avvenuto con la scelta di Palese nel 2010. Inoltre, l’ex ministro con questa mossa non scontenta alcuni suoi fedelissimi che vorrebbero le consultazioni di base. Tra i forzisti c’è chi è categorico, come Nino Marmo, vicepresidente del Consiglio regionale, fedelissimo di Fitto e autocandidato alle eventuali primarie del centrodestra, che ripete come un mantra: “Primarie e basta!“. Un’idea che fa imbestialire Schittulli: “Siamo in ritardo, stiamo dando un vantaggio al centrosinistra ogni giorno in più che facciamo passare”.
L’uscita di Fitto non è stata presa bene nemmeno da Massimo Cassano: “Proprio quando Ncd aveva sciolto la sua riserva appoggiando Schittulli, Fitto decide di fare un favore alla sinistra“. Parole dure e incertezza. Martedì mattina si riunirà la coalizione di centrodestra: gli alleati sembrano avere le idee chiare. Ncd, Fratelli d’Italia, Socialisti e Movimento Schittulli puntano sull’oncologo barese e dicono non alle primarie. I forzisti, invece, sembrano allinearsi al capo e sono possibilisti sull’eventualità delle consultazioni a gennaio. Congedo si spinge oltre: “Se il tavolo deciderà di non fare le primarie, comunque l’ultima parola spetterà a Roma”. L’ultima parola, comunque, sembra di capire che spetterà alla politica e non è ancora chiaro se martedì arriverà una decisione definitiva.