LECCE – Il settore giovanile del Lecce è stato svenduto per davvero? La gestione dei giovani talenti, messa in atto da Antonio Tesoro, è una gestione fallimentare?
I risultati, i dati e il parere degli esperti suggerirebbero altro.
In questi casi è necessario un approfondimento per poter poi arrivare ad una conclusione, basata però su dati di fatto e non su semplici titoloni o discorsi che possono accompagnare un buon caffè.
FUORI-QUOTA Una delle critiche mosse alla società di Piazza Mazzini in questi tre anni di gestione è stata proprio quella di aver smembrato l’intero vivaio, lasciato in eredità dai Semeraro, sperperando un intero patrimonio che ad oggi forse, sarebbe potuto tornare utile in prima squadra. Uno smembramento che avrebbe costretto il Lecce, secondo alcuni, a far disputare le gare della Berretti ai fuori-quota(attualmente classe 1998). Una scelta che però, convocazioni alla mano, continua a rivelarsi, vincente. Alle tante chiamate in azzurro dei baby giallorossi in questo triennio, si aggiunge nelle ultime ore quella di Andrea Capristo, giovanissimo attaccante della formazione guidata da Sandro Morello, forse la più importante di tutte. Per lui la convocazione arriva niente di meno in Nazionale Under 17. Il Tecnico Federale Bruno Tedino l’ha, infatti, voluto in rosa, in occasione dell’amichevole internazionale Italia – Austria del 18 Febbraio a Fontanafredda (Pn).
QUESTIONE CESSIONI L’ha ribadito ancora una volta ieri il Patron Savino Tesoro in occasione della sua conferenza fiume ”i giovani giallorossi sono tutti stati ceduti in prestito in realtà di categoria superiore o in squadre dove potessero trovare più spazio, affinché maturino e diventino un vero patrimonio” eccezion fatta per Francesco Todisco (attualmente in forza al Mantova in Lega Pro girone A 5 presenze 315’ giocati – 9 panchine senza entrare – 10 tribune) e Francesco Di Mariano (Primavera della Roma 25 presenze stagionali e 7 gol realizzati – 4 Tribune e 2 Panchine senza entrare).
L’ESPERTO Sergio Mello, da sempre allenatore nel settore giovanile, e in forza nell’entourage di Corvino all’epoca dei Semeraro la pensa esattamente così “ hanno ragione Tesoro padre e Tesoro figlio quando affermano questo. Fino a quando sei in Lega Pro non hai soluzioni alternative, soprattutto se i ragazzi promettono bene e hanno bisogno di visibilità. Far giocare i fuoriquota è una politica adottata da tutte le grandi società. Anche all’epoca dei Semeraro eravamo soliti far questo. Lo stesso Ledesma e Bojinov ne sono l’esempio, cito solo due di quelli diventati poi famosi nel tempo e creati dal nostro vivaio. Se ci sono giovani ancora non pronti per esordire in prima squadra con il Lecce, per una serie di motivi, la cosa più giusta è farli andare fuori a maturare per poi rientrare quando sono già calciatori da poter inserire in rosa”.
I GENITORI Su quale debba essere la gestione del vivaio, la società ha una grande responsabilità morale. Chi gestisce i vivai ha l’obbligo di pensare al bene del ragazzo in accordo con la famiglia.
Fabio Persano, padre del talentuoso Mattia Persano, punta centrale in prestito alla Primavera del Napoli (22 presenze con la maglia dei partenopei – 5 gol – 1678 minuti giocati tra campionato, Coppa Primavera e Torneo di Viareggio) è particolarmente soddisfatto del trattamento che l’U.S. Lecce, nello specifico Antonio Tesoro ha riservato al figlio “ mio figlio non è stato svenduto ne venduto! Quando arrivò la richiesta del Napoli, Mattia era già partito in ritiro con la prima squadra del Lecce. Incontrai il direttore Tesoro con il quale condividemmo la scelta di dare quest’opportunità al ragazzo. L’allora mister della prima squadra del Lecce, Lerda, non lo riteneva ancora pronto per un campionato di Lega Pro, in una compagine che puntava ai vertici della classifica. La possibilità di andare a giocare a Napoli diventava così un’occasione da non farsi sfuggire. Senza nulla togliere al Lecce, la Primavera del Napoli al momento può offrire a mio figlio una vetrina che il settore giovanile del Lecce non può dargli e non perché non ci siano le risorse o gli uomini giusti (al contrario, il Lecce non ha niente da invidiare alle grandi squadre di categoria superiore) ma semplicemente perché si trova in Lega Pro. Se il Lecce avesse avuto la Primavera e quindi si trovasse in serie B, non avrei avuto problemi a lasciare Mattia in giallorosso. In questo momento così delicato io e la mia famiglia vorremmo ringraziare il direttore sportivo e la società per l’impegno profuso in questi anni e per quello che hanno fatto per la città e per i nostri ragazzi. Ai Tesoro vorrei dire di non mollare e andare avanti con la stessa determinazione di sempre. Io sono convinto che con loro alla guida del Lecce si possano ancora raggiungere grandi traguardi”.
Dario Sanghez