MELISSANO (Lecce) – Avrebbe sposato un anziano di Melissano ormai malato terminale e con l’accusa di circonvenzione d’incapace aggravata era finita sotto processo. Per il giudice, però, Tatjiana Xhelilaj, albanese di 67 anni, era a tutti gli effetti la moglie dell’uomo. E non la badante che avrebbe portato Comune un anziano con una duplice finalità. La donna è stata assolta dal gup Antonia Martalò. Con la formula “perché il fatto non sussiste”. Nonostante il pubblico ministero Emilio Arnesano avesse chiesto una condanna ad un anno e due mesi di reclusione.
La donna è stata processata con il rito abbreviato condizionato proprio dal suo ascolto. Ha chiarito, alla presenza del proprio avvocato Tony Indino, anche dinanzi al gup la propria posizione dimostrando come non fosse una badante ma la compagna di vita del defunto nei suoi ultimi anni di vita. Una convivenza suggellata con le nozze così come voluto dall’anziano come uno dei suoi ultimi desideri. In tal modo sono state disattese le richieste risarcitorie dei due figli pari a 200 mila euro ciascuno avanzate tramite i propri legali Luigi Rella e Tommaso Valente.
L’indagine scattò con una denuncia presentata proprio da uno dei figli a distanza di due giorni dal matrimonio del padre. A dire del parente stretto, la donna avrebbe approfittato dello stato di necessità e di infermità del padre per convolare a nozze presso il Comune di Melissano il 14 aprile di due anni fa appena pochi giorni prima che il marito morisse. “Con conseguenti effetti giuridici dannosi per i figli” così come riportato nel capo d’imputazione. Da qui l’apertura di un fascicolo sfociato con il rinvio a giudizio della donna: badante per i parenti del defunto. Moglie per il giudice.
F.Oli.