GALATINA (Lecce) – E’ ancora bufera sulla questione canile di Galatina che, a passaggio di gestione avvenuto, si ritrova ancora una volta sotto la luce dei riflettori.
Questa volta a “puntare il dito” sono i neoeletti gestori, nel giorno 1° luglio, proprio a poche ore dalla effettiva consegna delle chiavi al gruppo RTI (Raggruppamento Temporaneo d’Impresa), così denominato e composto dall’Associazione ANTA – sezione di Massafra e dalla Cooperativa Dog Park di Ottaviano che, a seguito di gara indetta dal comune stesso, si sono aggiudicati, nel febbraio scorso, la gestione dei tre canili appartenenti al Comune di Galatina e che da oltre dieci anni erano nelle mani dell’ENPA. Sul posto, presso il rifugio di Contrada Latronica, sono intervenute le autorità sanitarie, la polizia municipale e i NAS, allertati dalla stessa ANTA di Massafra nella persona del presidente Maria Voltino che chiede pubblicamente risposte sul tema del “benessere animale” a tutte le associazioni del leccese.
La faccenda diventa subito mediatica e poco dopo la comparsa della notizia su giornali e tv, il popolo di Facebook comincia a schierarsi al fianco delle rispettive associazioni.
“Io sono Maria Rosaria” sono i messaggi che vengono insistentemente pubblicati sulla bacheca della Dott.ssa Maria Rosaria Pascali, presidente Enpa, in una sorta di protesta da parte di chi fino a quel momento ha vissuto la gestione del canile di Galatina in modo diametralmente opposto a quello apparso sulle immagini proposte dai media. Questione di punti vista forse: “in ogni canile ci sono escrementi da fotografare” è la sostanza di molti dei commenti provenienti soprattutto da chi ha avuto modo di conoscere e apprezzare le volontarie operative nel canile o di adottare uno dei cani presenti in struttura e che non ci sta a veder così denigrato il lavoro di un’associazione stimata e attiva da tempo sul territorio. Svariati infatti sono i riferimenti a Noha, luogo in cui sorgeva il canile soprannominato “degli orrori” a causa dell’incresciosa situazione a cui Enpa, insieme ad altre associazioni della provincia, ha messo fine dopo lunghe battaglie, lanciando anche una campagna nazionale in difesa e aiuto degli cani maltrattati presenti nella struttura, conosciuti per di più come “senza voce” in quanto erano state loro recise le corde vocali.
La risposta di Enpa non tarda ad arrivare e fa, in primo luogo, riferimento al “maldestro tentativo di infangare anni di gestione dell’Enpa dei canili comunali da parte dei nuovi gestori”.
Le immagini proposte sono state “artatamente realizzate per diffamare l’operato di Enpa che, per comune ammissione di chiunque si sia recato nella struttura, era considerato durante la mia gestione un albergo a cinque stelle per quanto i cani vivevano nella totale pulizia e igiene. Ovviamente i cani sporcano soprattutto quando si cambiano le loro abitudini da un giorno all’altro”, afferma Maria Rosaria Pascali che porta l’attenzione su un altro punto chiave: il trasferimento presso la nuova struttura (il canile di San Vito), già realizzata e pronta al ricovero degli animali. I canili che fanno capo al Comune infatti, come anticipato, sono tre: un sanitario e due rifugi, quello di Latronica e quello di San Vito. Quest’ultimo, ancora parzialmente inutilizzato, nonostante lo stato di iniziale abbandono per scarso uso, si differenzia drasticamente dall’ormai logoro edificio di Latronica.
Nel 2009, il canile di Latronica, veniva di fatto sottoposto a sequestro per sovraffollamento. I numeri da allora si sono dimezzati, grazie soprattutto ad una pressante campagna di adozioni che ha visto le volontarie di Enpa impegnate a tempo pieno. Lungaggini di vario genere hanno però impedito il trasferimento di tutti i cani nel nuovo rifugio, comportando una notevole difficoltà a gestire gli animali in “un canile fatiscente, dove qualsiasi terapia non poteva portare alla guarigione completa dei cani, la maggior parte malati e molti affetti da gravi patologie”, spiega ancora la Dott.ssa Pascali, “Enpa anche sui social network non ha mai nascosto lo stato di degrado del vecchio canile, di proprietà del Comune di Galatina, per questo sotto sequestro dal 2009 e in attesa della sua chiusura definitiva all’atto del trasferimento dei cani nel nuovo canile”.
Lo stesso Assessore all’urbanistica e vicesindaco di Galatina Roberta Forte, nella sua dichiarazione apparsa su Repubblica, in riferimento alla nuova struttura realizzata per accogliere i randagi, afferma: “Abbiamo trovato le risorse necessarie all’impresa anche perché volevamo aiutare gli sfortunati reduci di Noha, un rifugio della zona accusato qualche tempo fa di gravi maltrattamenti, quindi sequestrato. Riguardo Latronica, però, non abbiamo mai ricevuto segnalazioni di criticità, né dalla preposta Asl, e neppure dai numerosi volontari e piccole associazioni che hanno sempre frequentato il canile: siamo davvero sgomenti”.
La situazione presso il canile di Latronica è però inequivocabile per Enpa che sostiene di aver invece più volte lamentato il disagio e che afferma: “Sfido chiunque a operare in queste condizioni. In contemporanea, l’inarrestabile ingresso di cani, ha portato quel canile a contenere il triplo dei cani consentiti e ai nostri tentativi di bloccare gli ingressi il Comune rispondeva con una diffida ad adempiere alle ordinanze pena una denuncia all’autorità penale”. Disagi questi che, con il bando di gara proposto alla fine dell’anno 2014, sarebbero stati risolti con il trasferimento presso la struttura di San Vito a cui fa riferimento l’Assessore e presso il quale era stato già chiesto il passaggio da parte dell’associazione non più in carica. Citando il bando si evince appunto tale volontà, sebbene soggetta a disponibilità, nonostante i problemi finalmente emersi potrebbero costringere ad un trasferimento straordinario più celere: “La struttura di contrada Latronica, sottoposta a sequestro sanitario, non può ricevere nuove immissioni di cani e sarà, pertanto, progressivamente ridotto il numero di animali ospitati, fino al completo esaurimento, anche mediante trasferimento nella struttura ubicata in contrada San Vito. Resta inteso che in ordine ai cani presenti presso la struttura sequestrata di contrada Latronica gli stessi saranno trasferiti di volta in volta, a seconda della disponibilità di posti, presso la struttura di contrada San Vito. …”.
Ad oggi, la stessa associazione uscente auspica una veloce soluzione del problema in quanto la struttura di Latronica, operativa dal ’99, ospita cani molto anziani che hanno bisogno di cure e attenzioni particolari. Dalla relazione del Dott. Caggia Alessandro, il cui ambulatorio si occupava, secondo convenzione, dell’assistenza igienico-sanitaria, si apprende che: “Presso il canile di C.da Latronica, i cani ospiti sono prevalentemente cani anziani (età superiore ai dieci anni). Il canile, di proprietà comunale, è sotto sequestro sanitario dal 2009 per enormi carenze igienico-strutturali tali da non consentire un’adeguata e definitiva risoluzione di alcune patologie, quali leishmaniosi, parassitosi, dermatiti autoimmuni tra loro correlate …. Tengo a precisare inoltre che le numerose dermatiti sono su base allergica, sostenute da pulci e zecche, difficili da debellare già in una situazione protetta, immaginiamoci in un canile letteralmente allo sfascio …”.
In breve, riportando testuali parole: “Enpa e veterinari si sono trovati a dover operare in un ambiente totalmente inidoneo per la cura degli animali”.
Pamela Villani