CAVALLINO – Per le amministrative 2016 la segreteria Pd ha pensato alla grande ammucchiata: potrebbe nascere una maxi lista con dentro di tutto nel paese dove visse il patriota Sigismondo Castromediano. Democratici, centristi dell’Udc e Forza Italia, uniti con una candidata sindaca ex An, da sempre militante a destra e poi vicina ai forzisti, l’avvocata Carla Rugge, per tre volte eletta nella lista Gorgoni e andata via ogni volta per dissapori interni. Insomma, un maxi-inciucio tra destra e sinistra per tentare di scalfire 25 anni di vittorie da parte della squadra di Gaetano Gorgoni, ex parlamentare ritiratosi dalle scene nazionali per dedicarsi all’amministrazione del suo paese d’origine, mettendo a segno numerosi successi dal punto di vista urbanistico e culturale. Una lista unica pensata da Salvatore Piconese, Paride Mazzotta e Salvatore Ruggeri, ma con il centrosinistra che abdica e decide di sostenere un candidato culturalmente, storicamente e attualmente di destra. Come si è arrivati a questa mossa? Con un gesto semplicissimo: facendo fuori l’attuale segretario cittadino del Pd, Roberto Serra, uomo di Sergio Blasi, che non avrebbe mai detto sì all’inciucio. Il responsabile dei democratici cavallinesi, del resto, viene dalla scuola politica del compianto Fernando Carlà, storico tesoriere del Pd, che preferì sempre puntare su liste di centrosinistra.
Roberto Serra, infatti, ha portato ben 500 voti a Blasi durante le regionali, mentre tutto il resto del partito, che era schierato con Abaterusso, non è riuscito ad andare oltre il risultato di circa 20 voti in più del rivale a Cavallino. Una delle ragioni per cui la segreteria provinciale del Pd ha messo fuori dalle trattative Roberto Serra, accusato di intelligenza col nemico, potrebbe essere proprio una ripicca e la volontà di non avere qualcuno che metta i bastoni tra le ruote in un’operazione mai vista. Sì, perché è vero che anche Salvatore Piconese ha vinto con l’aiuto di Forza Italia nel suo paese, Uggiano La Chiesa, ma lì il candidato sindaco era del Partito Democratico. Lo stesso è avvenuto a Nardò: il tentativo di Risi di imbarcare i Conservatori e Riformisti di Frasca non toglie il primato al Pd, che comunque di presenta con un suo sindaco. A Cavallino, invece, in un paese di quasi 15 mila abitanti, ormai diventato strategico con il suo polo commerciale e con il centro culturale del museo e dell’università, il Pd adbica al suo ruolo di primo partito della provincia e tratta per portare avanti una missina, facendo una lista unica e, quindi, rischiando di non riuscire a far eleggere nessuno in Consiglio (se i numeri dovessero essere quelli della scorsa tornata elettorale). La lista, se le trattative andranno in porto, potrebbe essere un mix di personaggi politici che sono nel mezzo.
A questo bisogna aggiungere che Carla Rugge ha fatto dietrofront in passato, essendo stata parte integrante della squadra dell’attuale vicesindaco Gaetano Gorgoni. L’avvocata, che si accinge a sfidare per l’ennesima volta l’ex deputato cavallinese, cinque anni fa non riuscì a presentare la sua lista, perché era tutta sbagliata: secondo voci di corridoio, mai confermate, non si trattò di errore, ma fu la mano scaltra di un franco tiratore a far saltare tutto. Questa mobilitazione generale, da destra a sinistra, non è ancora basata su grandi programmi o su importanti proposte: c’è solo l’idea di «detronizzare» chi è al potere da 25 anni. Un maxi – inciucio volto a mandare a casa chi può fregiarsi di molti successi. 25 anni fa Cavallino era un paese in pieno dissesto finanziario, con miliardi di debiti, tantissimi creditori, senza servizi, senza università, con gli scavi archeologici in mano ai vandali e senza un comparto commerciale: c’era una piazza che puzzava di wc, con un grande gabinetto all’interno, e bastava una piccola pioggia per farla diventare una piccola Venezia con escrementi galleggianti.
Bisogna ricordare queste scene per capire cosa è stato fatto a Cavallino e come è cambiato il volto della città con l’università, il museo diffuso, un comparto commerciale, i grandi eventi culturali, una piazza che colpisce tutti e il recupero di importanti strutture che versavano nell’abbandono: una trasformazione che spinse Giovanni Pellegrino, allora Presidente della Provincia e dirigente del Pd, a elogiare il lavoro svolto dall’amministrazione Gorgoni, riconoscimenti che ancora oggi arrivano dagli avversari politici. Oggi, però, la segreteria Piconese si lancia in un’operazione inedita: prova a sostenere un sindaco di destra, con l’aiuto di Udc e Forza Italia. Un listone – ammucchiata che tirerà dentro di tutto. Se vincerà, si potrà parlare di una vittoria del centrosinistra? Questo non possiamo saperlo, ma sappiamo che per le amministrative 2016 se ne vedranno davvero di tutti i colori.
AMC