LECCE – Sconto di pena in Appello per Antonio Gravina, il 33enne di Lecce, accusato di aver travolto e ucciso Mattia Marchello, 16enne di Merine e Michael Tresi, di 17, residente nel rione “Castromediano” il 6 aprile di sette anni fa. I giudici di secondo grado (Presidente Vincenzo Scardia) hanno così parzialmente riformato la sentenza emessa dal giudice Silvia Minerva il 21 febbraio di tre anni fa. Il verdetto è arrivato in serata. Il collegio si è lievemente discostato dalla richiesta del vice procuratore generale Claudio Oliva che aveva sollecitato la conferma in blocco della condanna di primo grado. In aula, il legale dell’imputato, Pia Perricci, del Foro di Pesaro, aveva chiesto la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale e una nuova perizia sulla dinamica dell’incidente in virtù dell’omologazione del motociclo al trasporto di una sola persona.
Nelle ore che hanno preceduto la sentenza, in Tribunale era stato affisso un volantino con cui l’imputato puntualizzava come in nessun altro caso la pena per simili procedimenti fosse stata così elevata: “Il 13 aprile 2016 è prevista l’udienza in Corte d’Appello contro questa sconcertante sentenza…Non chiedo un miracolo, chiedo che la legge venga applicata in maniera apolitica e asettica, senza tenere conto dei sentimenti” si leggeva nel volantino. “Ma valutando le prove e le responsabilità da entrambi le parti, senza cercare di nascondere le violazioni poste in essere dai defunti solo perché tali, o solo perché minori, o solo perché conosciuti”. Per conoscere le motivazioni della sentenza dei giudici d’appello bisognerà attendere 90 giorni.
L’incidente, secondo quanto ricostruito dagli agenti della polizia stradale, si verificò poco dopo le 20 all’altezza dell’impianto semaforico nei pressi dello svincolo per la frazione di San Ligorio sulla Lecce-San Cataldo. I due giovani erano fermi in sella ad un Rx 50 quando vennero investiti dalla Fiat Bravo guidata da Gravina. L’auto, secondo gli accertamenti, in quel momento, sfrecciava ad una velocità superiore ai 100 chilometri orari e avrebbe superato tutte le auto ferme al semaforo, occupando la corsia riservata alla svolta a sinistra. L’impatto fu terrificante. Il corpo di Mattia venne sbalzato ad una distanza di circa 40 metri dal punto in cui si verificò l’incidente e sul suo corpo venne steso un pietoso lenzuolo. Tresi, invece, cercò in tutti i modi di rimanere in vita ma il suo cuore cessò di battere poche ore dopo nel reparto di rianimazione del “Vito Fazzi”.
Marchello era figlio di Franco in passato assessore comunale di Lizzanello e studiava così come il suo amico Tresi, quest’ultimo studente presso l’Istituto Tecnico “Costa” di Lecce. Gravina, invece, rimediò solo alcune lievi contusioni. Nel processo di primo grado, i genitori di Michael e di Mattia si erano costituiti parte civile con l’avvocato Francesca Conte. Con la sentenza di primo grado sono stati risarciti con una provvisionale immediatamente esecutiva di 250 mila euro per i genitori di Tresi e di Marchello e 80 mila per le altre parti civili.
F.Oli.