SALENTO – L’atmosfera è sempre più incandescente: siamo all’ultima settimana, quella cruciale. Il 5 giugno si voterà in 23 comuni leccesi: Nardò, Gallipoli, Trepuzzi, Collepasso, Cannole, Ugento, Taviano, Melissano, Alliste, Taurisano, Lizzanello, Cavallino, Castrignano del Capo, Caprarica, San Pietro in Lama, Cutrofiano, Sanarica, Alessano, Diso, Sogliano, Poggiardo, Nociglia, Patù. Il Pd ha schierato i mezzi pesanti per una battaglia in cui punta alla vittoria, anche per rafforzare una segreteria spesso contestata dalla minoranza: si è scomodato più volte Michele Emiliano, che ha girato a tappeto quasi tutti i comuni per dare man forte. I democratici puntano molto sui candidati sotto i 40 anni: a Gallipoli c’è Stefano Minerva; a Patù Gabriele Abaterusso; a Sogliano Paolo Solito, sindaco uscente; Francesca Torsello ad Alessano, mentre a Melissano corre per la poltrona di sindaco William Maruccia. Ci sono, però, anche i big dem molto navigati, come Taurino a Trepuzzi e Risi a Nardò.
A Trepuzzi il centrosinistra ha formato una coalizione molto chiara, tipica, mentre gli attivisti M5S sono i veri outsider. Molto più complicata è la posizione degli “indipendentisti di Miglietta”. Rifiutano l’etichetta di coalizione di centrodestra, ma sono sponsorizzati da Fitto, Forza Italia e persino Casa Pound. Su facebook qualcuno posta frasi del filosofo accanto alla foto del l’infettivologo candidato sindaco: si sarà accorto di avere dentro la coalizione anche qualche “germe” della destra radicale? Gli “indipendenti”, infatti, hanno dentro i seguenti esponenti del centrodestra: Francesco Pezzuto di Casa Pound; Giovanni Perrone, commissario di Forza Italia e sostenitore di Francesca Conte alle Regionali; Carducci, che si è dichiarato in passato di centrodestra; Andrea Monterisi, simpatizzante dei CoR e, dulcis in fundo, Simona Manca, leader dei fittiani. La coalizione di Miglietta, insomma, non si dichiara di centrodestra nella speranza di prendersi i voti dei dissidenti di centrosinistra, che non possono digerire la candidatura di Taurino. Eppure, sia i vertici di CoR che quelli di Forza Italia hanno dichiarano il supporto a Miglietta con comunicati stampa: quindi, se dovessero vincere, vorranno la loro parte, come avviene sempre quando ci sono di mezzo esponenti di partito: il loro candidato, in quel caso, dovrà rispolverare le doti democristiane di buon militante dell’Azione Cattolica, facendo il Cencelli di Trepuzzi.
Naturalmente, come in ogni campagna elettorale comunale, volano le denunce e gli improperi sui palchi (abbiamo visto come un acceso scontro verbale a Cavallino sia stato tanto esasperato da trasformarsi in denuncia alla Digos). Gli animi sono tesi, soprattutto tra ex, e ce ne sono tanti che si sfidano nei vari paesi. Ci sono alcuni paesi che hanno fatto parlare di più per le loro proporzioni e per gli interessi in campo. A Cavallino, ad esempio, i partiti tradizionali si sono uniti, destra e sinistra, Forza Italia, Udc e Pd, per superare la Lista Gorgoni, vincente da anni, che questa volta candida l’ex assessore Provinciale, Bruno Ciccarese (dopo 10 anni in cui Michele Lombardi è stato sindaco). Il fatto che le segreterie regionali abbiano scelto di candidare Carla Rugge, storica candidata del centrodestra, ex aennina ed ex vice e assessore della squadra di Gorgoni, ha fatto andare su tutte le furie l’ex segretario Pd Serra (appartenente all’area di Blasi), che si è messo di traverso fino ad essere commissariato, restando addirittura fuori dalla lista insieme ai suo uomini.
Venerdì, però, Emiliano dal palco della piazza cavallinese ha spiegato che le accuse di trasformismo lo fanno sorridere, perché anche lui a Bari ha tirato dentro al Pd tanti ex di An. Il governatore ha richiamato il motto della fantasia al potere, contro quella che i democratici chiamano “monarchia imperante”. La risposta degli avversari è contenuta in un giornale in cui c’è la foto di Carla Rugge in compagnia dei vertici di An di qualche anno fa: nell’articolo si spiega che la candidata non è una novità, visto che ha fatto politica per 25 anni nel centrodestra, prima di passare dall’altra parte. Insomma, un’infinita lite tra ex (tra l’altro, anche parenti), che si erano tanto amati. Duri i comizi verso le altre due coalizioni e l’invito al cambiamento anche del Movimento 5 Stelle, che schiera tutte facce nuove a supporto di Falco.
Stesse tensioni a Nardò e a Gallipoli e stesse lotte tra ex compagni di coalizione: tra Risi e Vaglio, ad esempio, o tra Fasano e Minerva. Insomma, insieme a qualche novità ci sono i “sempre verdi della politica”, alcuni capaci amministratori, altri un po’ meno, ma la scelta sarà ancora una volta delle 23 comunità, che, nonostante tutto, decideranno i loro governatori democraticamente, seppellendo le solite liti e le guerre tra ex.
Garcin