NARDO’ (Lecce) – Un’ossessione, una sorta di adulazione per i siciliani captate nel corso delle intercettazioni dagli investigatori. E poi un odio viscerale contro le forze dell’ordine. Non è la prima volta che un giovane indagato esterni la propria avversione per le divise. L’arresto di Giuseppe Calignano, 27enne, di Nardò, considerato l’ultimo componente del presunto gruppo di estorsori ai danni di un commerciante, è stato agevolato anche dalle conversazioni raccolte dai carabinieri del Nucleo Investigativo.
E’ il 31 maggio scorso. Nel corso di una telefonata con un suo amico quest’ultimo, sentendolo preoccupato per il grave episodio a cui faceva chiara allusione, dice: “…non sai niente più…Ancora con i pensieri in testa stai?…” A cui seguiva la risposta di Calignano dalla quale traspariva la sua evidente preoccupazione: “Non sto capendo niente più”. E poi l’ossessione per i siciliani. Nel prosieguo l’amico, in risposta di Calignano che lo aveva invitato a vedere il film “Il clan dei siciliani” (un film del 1969, diretto da Henri Verneuil, tratto dall’omonimo romanzo di Auguste Le Breton ndr) afferma: “Ah allora tu con questi qua…sempre a che fare vuoi cu tieni!”. per gli investigatori un in equivoco riferimento al rapporto fra Giuseppe Calignano e i soggetti siciliani arrestati nello stesso procedimento.
Calignano: Alla risposta comincia a parlare fingendosi di origini siciliane. Mesciu Renzu, baciamo le mani!
Renzo: Baciamo le mani e ….!Che fine hai fatto Giusè?
Renzo: Non sai niente più!
Calignano: No, so!Non sto capendo niente più!
Renzo: Non sta capendo niente!Ancora con i pensieri in testa stai?
Calignano: Ancora sì Rè! No, quei pensieri no!
Calignano: Questa sera fanno il film…il clan dei siciliani, se vieni ce lo vediamo insieme!Io sto finendo adesso di cenare!
Renzo: Ah, allora tu con questi qua…sempre a che fare vuoi cu tieni!
L’odio verso le divise, poi, viene confermato il 30 giugno. Giorni prima i carabinieri hanno sequestrato occhiali da sole e berretti da baseball (utilizzati da Calignano nel corso della tentata estorsione). Conversando in auto con la moglie il 27enne così si esprimeva nei confronti dei carabinieri che avevano proceduto al sequestro: “Questi bastardi mi hanno lasciato senza cappello e senza occhiali a me”.
Intano nelle scorse ore il giovane è stato sentito nel corso dell’interrogatorio di garanzia dinanzi al gip Alcide Maritati. Il giovane, assistito dagli avvocati Andrea Bianco e Francesco Russi, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nelle scorse settimane alla spicciolata erano finiti in manette Francesco e Giampiero Russo, padre e figlio, rispettivamente di 64 e 27 anni residenti a Nardò e i due siciliani Rocco Falsaperla, di 43 anni, originario di Gela (arrestato nei giorni scorsi) e Angelo Caci, originario sempre della cittadina siciliana.
F.Oli.