GALATINA (Lecce) – Avrebbero regolarmente continuato a percepire gli stipendi con le relative buste paga nonostante fossero stati collocati in mobilità. Per il giudice, però, si può parlare al più di una mera connivenza con i datori di lavoro e quindi non sono punibili. Dodici dipendenti della società “Incar” sono stati così assolti dall’accusa di truffa aggravata con la formula per non aver commesso il fatto.
La sentenza è stata pronunciata nei giorni scorsi dal giudice monocratico Sergio Tosi nei confronti di Antonio Schirosi, 49 anni, di Gallipoli; Luca Antonio Notaro, 49, di Galatina; Gianfranco De Lorentis, 49, di Galatina; Massimo De Pascali, 52, di Corigliano; Francesco Ciccardi, 48, di Galatina; Antonio Perrone, 60, di Galatina; Carlo Carcagni, 49, di Galatina; Pietro Bovino, 62, di Galatina; Salvatore D’Amico, 56, di Galatina; Donato Moscara, 46, di Galatina; Pietro Mandorino, 60, di Galatina ed Eugenio De Paolis, 58, sempre di Galatina.
L’indagine è stata coordinata dal pubblico ministero Giovanni Gagliotta. Gli accertamenti sono stati condotti dai finanzieri della Tenenza di Maglie avviati presso la sede società attiva nella riparazione di carrozzeria di autoveicoli. I finanzieri appurarono che la “Incar” era stata ammessa ad usufruire della cassa integrazione per vari periodi a partire dal novembre del 2009. Sulla scorta della documentazione extracontabile acquisita in sede di accesso, i finanzieri riscontrarono che alcuni dipendenti, coincidenti con gli attuali imputati, avrebbero proseguito nella produzione anche nel periodo in cui avevano fruito della cassa integrazione in deroga, ciascuno percependo i relativi importi.
In base alle risultanze istruttorie, però, il Tribunale non ha acquisito la certezza assoluta di una responsabilità dei lavoratori di concerto con i datori di lavoro per i quali si è proceduto separatamente con una sentenza di patteggiamento. Da qui un verdetto assolutorio. Gli imputati erano assistiti dall’avvocato Salvatore Abate.
F.Oli.