LECCE – <<Ho sentito dei passi e mi sono voltata, trovandomi davanti il rapinatore che avanzava verso di me, in silenzio, puntandomi il fucile al volto: credevo mi ammazzasse senza motivo. Poi ho trovato la forza di reagire e, impugnando l’erogatore della benzina, ho tentato di tenerlo a distanza, finché non mi ha spintonato è fatto cadere>>.
Coraggiosa, combattiva e – come la stessa ha dichiarato a sangue freddo – forse anche un po’ sprovveduta. Davanti a quel bandito armato che, puntandole al volto il fucile a canne mozze, avanzava minacciosamente verso di lei, non ha fatto un passo indietro. Anzi, brandendo l’erogatore della pompa di benzina che stava per riporre dopo il rifornimento, ha tentato di tenere a debita distanza il bandito, che cercava di strapparle la borsetta tra le mani e pretendeva le chiavi della sua Y10.
Barbara Urso, 46enne di Merine, aiuto cuoco in un ristorante di Lecce, è la protagonista della rapina avvenuta l’altro ieri notte presso la “Total Erg” di via Merine, alla periferia della città. La donna era uscita da casa soltanto per fare benzina e comprare le sigarette. Una passeggiata notturna che, all’improvviso, è stata interrotta da quel rapinatore pronto a tutto – anche a sparare, come ha poi dimostrato – pur di impossessarsi della sua vettura.
<<Avevo appena finito di fare rifornimento – racconta la donna – e stavo per riporre l’erogatore a posto, quando ho sentito dei passi alle mie spalle. Mi sono voltata e mi sono trovata davanti il rapinatore: avanzava verso di me senza dire una parola e puntandomi l’arma al viso. “Adesso mi ammazza senza motivo”, ho subito pensato: temevo fosse arrivata la mia ora. La prima reazione è stata quella di urlare per metterlo in fuga. Ma non è servito e lui continuava ad avanzare. Avevo ancora tra le mani la bocchetta della pompa di benzina ed ho pensato di usarla come arma per tenerlo a distanza, difendendomi come potevo. Poi, finalmente, il bandito ha parlato: “Statti ferma o ti sparo in testa”>>.
<<Dopo essere stata scaraventata per terra ed avere subìto il furto della borsa – continua la 46enne – ho cercato di recuperare il cellulare che avevo lasciato in auto sul sedile del passeggero. Lui continuava a chiedermi le chiavi dell’auto, che però erano rimaste inserite nel quadro della Lancia. Nell’abitacolo, mentre tentavo di prendere il telefonino, c’è stato uno scambio di colpi, sono riuscita anche a mettergli le mani sul volto. È stato a questo punto che mi ha nuovamente minacciata: “Lasciami, lasciami andare o ti sparo”. Dopodiché ho sentito il boato della fucilata e mi sono bloccata, consentendogli di fuggire>>.
<<Mi ha praticamente portato via tutto: l’auto, il cellulare e la borsetta, al cui interno vi era il portafogli con i miei documenti e 35 euro. Ho chiesto aiuto ad alcuni automobilisti di passaggio, che hanno poi dato l’allarme al 113 e richiesto l’intervento di un’ambulanza, poiché avevo il volto insanguinato a causa di un taglio al labbro. Gli agenti, intervenuti subito sul posto, mi hanno chiesto di descrivere il bandito e io l’ho fatto: della mia stessa statura, ricordavo di lui ogni particolare del volto. Impossibile dimenticare quell’uomo che mi puntava in faccia il fucile>>.
<<La polizia lo ha arrestato nel giro di un’ora. I poliziotti intervenuti – conclude la donna – sono stati eccellenti in tutto. Non soltanto per la loro professionalità ed abilità, che hanno consentito di arrestare il malfattore in poco tempo, ma soprattutto per il loro lato “umano”, essendomi stati vicini durante tutta la notte, riportandomi anche a casa dopo questa terribile esperienza>>.
Claudio Tadicini