LECCE – Il giorno della presentazione del Pug è arrivato: l’espansione sarà commisurata all’aumento demografico. È la clausola di salvaguardia di Paolo Perrone, che punta a un aumento di cinquemila abitanti. Se non avverrà l’aumento demografico previsto, si punterà solo su riutilizzo e riuso. “Lecce è una città attrattiva a livello internazionale, riqualificheremo le costruzioni caratteristiche, come ‘pagghiare’ e ‘furnieddhri'” – ha chiosato il sindaco uscente, che punta sul miglioramento della qualità della vita dei leccesi. Periferie, marine, ripensare gli spazi esistenti con una certa flessibilità: il Pug è pronto per il voto del Consiglio comunale di Lecce. Il professore dell’Università di Genova, Mosè Ricci, grande protagonista del Piano urbanistico leccese, ha esaltato le peculiarità della città: “Lecce come Genova, è una bella città da vivere: i giovani, dopo la laurea, cercano di tornare qui”. Il concetto di espansione in senso classico non c’è più: la città non si espanderà. Si eviteranno nuove cementificazioni.
Sono tre cardini i fondamentali del Pug leccese: densificazione all’interno della città (demolire per ricostruire o ristrutturare, riqualificare interi isolati, riusare e sopraelevare); sussidiarietà pubblico privato (collaborazione sui progetti proposti da imprese e privati cittadini in cambio di oneri di urbanizzazione, realizzazione di servizi pubblici e altro); mix funzionale (realizzazione di progetti che siano un insieme di diverse visioni). “Un piano urbanistico dev’essere liquido – spiega l’architetto Mino Antonaci, citando Bauman – Un working in progress continuo. La crisi ha determinato un freno all’espansione delle città: un piano deve essere aperto in modo da potersi adattare nel tempo. Ci sono categorie commerciali che scompaiono per lasciare posto ad altro: bisogna adeguarsi volta per volta. Ci vuole una forte regia pubblica, che metta il freno ad appetiti pericolosi con delle regole. Sono mancate alcune pratiche di condivisione. Si sarebbe potuta informare la cittadinanza ogni tre mesi e fare partecipare tutti”.
Non sono state coinvolte le forze locali: categorie professionali e associazioni. Non c’è l’Università del Salento in questo Pug. Il Comune si è preso troppi anni, inoltre i lavori sono stati tolti all’Università di Napoli per spostarli a Genova. Una mossa che avrebbe determinato uno spreco di risorse e che ha scatenato le ire di Adriana Poli Bortone, che nel giorno della presentazione al Paisiello di Lecce, sembra non abbia afferrato molto le intenzioni del Comune: “Stiamo cercando di capire cosa vogliono fare di Lecce”. Sarà un Pug in divenire, scritto e non scritto: elastico, pragmatico e non invasivo. Queste sono le intenzioni.
Garcin