BRINDISI – «Ci tengono qui, senza nessuna informazione, senza nessuno che possa spiegare chiaramente le cose. Con i cartelli che annunciano ogni due ore un nuovo ritardo. Non si capisce se si tratta di un guasto o di altro: sono sei ore che siamo impantanati in questo aeroporto. Perché Ryanair non si coordina con il personale che sta qui per informarci?». Sul volo Brindisi – Treviso c’è anche un primario di neurochirurgia, tante famiglie e tanti professionisti: tutti bloccati in un limbo, imbestialiti, con la consolazione di un buono da 5 euro per un panino. Alle 15.40 era previsto il volo, ma l’imbarco è alle 15: tutti si presentano inconsapevoli dell’attesa che avrebbero dovuto subire. Si levano le proteste e i toni sono alti: qualcuno chiama i giornalisti. Secondo alcune testimonianze, confermate dalla polizia di frontiera, un passeggero ha dato in escandescenze. Per fortuna sono intervenute le forze dell’ordine che hanno rassicurato tutti e hanno ristabilito la calma. C’è molto nervosismo.
Mentre scriviamo l’articolo ci dicono che i problemi dovrebbero essere risolti: chiamiamo alcuni passeggeri, ma replicano di non saperne nulla. Poca informazione, se non quella dei cartelli e tanta rabbia. I telefoni squillano a vuoto in aeroporto: alle 20.59 nessuno risponde. Alle 21 domina la rassegnazione: forse partiranno a breve, ma quelle ore perdute non le restituirà indietro nessuno. Qualcuno borbotta improperi contro i voli low coast: i ritardi si sa che possono accadere (anche se sei ore sono un po’ troppe), ma la chiarezza su quello che succede aiuterebbe a ristabilire la calma.
Aggiornamento delle 21:30. Un passeggero ci avverte:«Ora stiamo salendo in aereo: non hanno detto nulla. Pare che un tecnico abbia aggiustato il guasto». Così è andata, amen.
Garcin