Di F.Oli.

GALLIPOLI (Lecce) – La Procura di Lecce ha aperto un’inchiesta su una presunta parentopoli nel concorso per vigile urbano a Gallipoli. L’indagine è coordinata dal pubblico ministero Roberta Licci e gli accertamenti sono stati avviati di recente dagli agenti del locale commissariato agli ordini del vice questore aggiunto Marta De Bellis. Sono state verbalizzate le dichiarazioni di alcuni candidati. La vicenda viaggia anche su un secondo binario: quello amministrativo con alcuni ricorsi già presentati al Tar da alcuni candidati, assistiti dall’avvocato Speranza Faenza. L’udienza davanti ai giudici amministrativi è stata fissata per il 20 dicembre. Il giudice ha ritenuto di non concedere la sospensiva cautelare ma di entrare nel merito nell’udienza fissata a ridosso delle festività natalizie.
Al vaglio degli investigatori è finito un doppio concorso pubblico indetto per l’assunzione di dieci vigili urbani nel comando della polizia municipale. Il primo concorso è stato indetto con una determina dirigenziale del 30 marzo che prevedeva la formazione di una graduatoria da cui attingere per un posto a tempo determinato; il secondo, indetto neppure un mese dopo, garantiva un’assunzione.
Le anomalie sono emerse nel corso della prima prova. Secondo quanto denunciato dai querelanti, alcuni aspiranti candidati avrebbero partecipato al primo concorso senza neppure superare il punteggio minimo; altri ancora, invece, avrebbero preso parte al secondo. E sui vincitori si addensano i maggiori dubbi sollevando l’ipotesi di una parentopoli. Con la pubblicazione dei vincitori dei dieci agenti quattro di loro e un partecipante ritenuto idoneo risulterebbero parenti di politici del posto.
I dubbi sarebbero tanti; tutti messi nero su bianco: due concorsi per lo stesso lavoro; il numero inferiore di candidati ammessi alla prova definitiva rispetto al numero che effettivamente poteva essere ammesso; il numero dei test sottoposti e la ripetizione di quiz di un terzo tra le due prove. Al vaglio degli investigatori, poi, sono finiti altri sospetti: l’incarico è stato affidato ad una ditta per complessivi 7mila euro e già finita nell’occhio del ciclone della magistratura in passato. Al momento l’ipotesi di reato è quella di abuso d’ufficio a carico di ignoti. Di recente, il concorso per capo dei vigili urbani era finito all’attenzione della Procura dopo un esposto ma il pubblico ministero Paola Guglielmi ha avanzato richiesta di archiviazione.