
SCORRANO (Lecce) – Si chiude con un’assoluzione piena il processo a carico di A.R.S., 56 anni, di Scorrano,una lavoratrice socialmente utile impiegata presso l’asilo nido del paese accusata di abuso dei mezzi di correzione su due bambini. La parola fine è stata sancita dal giudice monocratico Domenico Greco a distanza di quasi quattro anni dalla denuncia sporta da una coppia di genitori che aveva dato la stura all’inchiesta. Padre e madre di una bambina di soli 3 anni avevano riferito presso la caserma della Guardia di Finanza come nell’estate del 2013 la figlioletta sarebbe stata picchiata dall’operatrice scolastica.
La madre, in particolare, una sottoufficiale dell’Esercito, aveva anche riferito di un altro bambino (mai identificato) schiaffeggiato e rimproverato sempre dalla stessa operatrice perchè si era bagnato la maglietta. Sulla scorta degli elementi raccolti, il pubblico ministero Stefania Mininni aveva emesso un decreto di citazione a giudizio. In aula, l’avvocato difensore Luigi Corvaglia ha smontato l’impianto accusatorio sulla base di alcune valutazioni logiche e discutendo anche nel merito.
Nessuna lamentela sarebbe arrivata alla dirigente scolastica; la bambina avrebbe continuato a frequentare regolarmente l’asilo e, a dire della difesa, risulterebbe un paradosso se la piccola fosse stata effettivamente malmenata. Al di là di queste valutazioni sono stati evidenziati rilievi da un punto di vista giuridico: per configurare il reato di abuso dei mezzi di correzione non basta picchiare un bambino serve anche il pericolo di una malattia per le percosse subite. E la bambina non avrebbe mai lamentato sintomi particolari. Si sarebbe trattato, in sostanza, di una pura suggestione. E il giudice ha mandato così assolta l’imputata. I genitori della bambina si erano costituiti parte civile.
F.Oli.