F.Oli.
LECCE – Lesioni personali e sequestro di persona. Sono i reati contestati ad un funzionario dell’Asl di Lecce accusato di aver picchiato la figlia minorenne. Una vicenda controversa che, probabilmente, finirà al vaglio di un gup dove il professionista, persona stimata e rispettata, avrà modo di difendersi e controbattere alle accuse. L’episodio, cristallizzato in un avviso di conclusione delle indagini preliminari a firma del pubblico ministero Maria Consolata Moschettini, risale al 5 marzo del 2015. Il padre avrebbe trattenuto in camera la figlia per circa quindici minuti bloccandola sul lettino mentre la ragazzina era distesa pancia in giù.
In quei frangenti, nonostante le urla e le imprecazioni di auto, la ragazza sarebbe stata schiaffeggiata riportando una ferita al labbro inferiore inizialmente giudicato guaribile in una decina di giorni. In seguito, la gravità delle lesioni sarebbe risultata superiore: venti giorni per un trauma distorsivo della mandibola. La presunta aggressione sarebbe stata interrotta solo con l’intervento di un terzo soggetto chiamato in soccorso dalla madre della ragazza. L’indagine è stata avviata con una denuncia della persona offesa cui è stata allegata una successiva integrazione.
Nel frattempo bisognerà ora accertare la fondatezza delle accuse e comprendere se la condotta del funzionario configuri effettivamente l’accusa di sequestro di persona. L’indagato ha ora venti giorni a propria disposizione per chiedere di essere interrogato o per produrre memorie difensive in attesa che il pm formalizzi la richiesta di rinvio a giudizio.