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Si innamora dell’anziano che accudiva ma non viene corrisposta: badante condannata per stalking

di F.Oli.

SAN CESARIO (Lecce) – Solitamente in storie boccaccesche nate in casa è l’anziano ad invaghirsi della propria badante. In questo caso, invece, sarebbe stata la donna ad innamorarsi e a prendersi una vera e propria cotta per l’uomo che avrebbe accudito e assistito. Talmente forte da costarle una condanna con l’accusa di stalking. Una vicenda ancora più singolare e grottesca se così si può dire se si considera che l’anziano ha abbondantemente superato i 90 anni. Nonostante l’attempata età avrebbe infranto il cuore della sua spasimante respingendola più volte. Sotto tiro della donna sarebbe finito anche un nipote dell’anziano accusato di aver ostacolato la relazione con suo zio.

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G.M., 59enne di origini polacche ma residente a San Cesario, è stata condannata a sei mesi di reclusione dal giudice monocratico Maria Paola Sanghez. Per beneficiare della sospensione della pena e della non menzione l’imputata dovrà anche risarcire in via equitativa con 15mila euro il nipote costituitosi parte civile con l’avvocato Giuseppe Milli. I fatti si sarebbero sviluppati tra settembre 2015 e gennaio dell’anno successivo. Subito dopo il licenziamento dettato dai timori che la badante stesse tentando di circuire l’anziano, G.M. avrebbe confessato il proprio amore per l’anziano iniziando a infastidire e molestare il suo datore di lavoro con continue chiamate e messaggi sia di giorno che di notte minandone la tranquillità e provocandogli crisi d’ansia e scompensi da essere curati con antidepressivi.

Lo stesso spartito sarebbe stato riservato al nipote che avrebbe curato le pratiche di assunzione e di licenziamento responsabile, a dire della donna, insieme ad altri parenti di aver ostacolato la relazione con lo zio. Se nei confronti dell’anziano il tenore dei messaggi erano sdolcinati nei confronti del più giovane, invece, il contenuto sarebbe stao ben differente: minatori e carichi di livore. Una situazione insostenibile che avrebbe determinato veri e propri cambiamenti di vita dei due uomini.

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Nel corso del processo le dichiarazioni della parte civile sono state ritenute attendibili, lineari e coerenti corroborate dalle testimonianze di altre persone sentite a sommarie informazioni nel corso delle indagini hanno convinto il giudice a emettere una sentenza di condanna nei confronti della badante. L’imputata era difesa dall’avvocato Roberta Romano.

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