LECCE – Un operatore del Dopo di Noi, struttura leccese che accoglie e assiste i disabili, ci ha contattati per bacchettare la politica e per esprimere una visione dall’interno. Il dipendente ha chiarito di parlare a nome anche di altri operatori, ma per il momento non ci è pervenuta una lettera firmata: solo un comunicato online. Inoltre, nella lettera non si parla dei problemi di personale messi in luce da alcuni consiglieri e si accenna in maniera fugace ai ritardi nei pagamenti (questo è comprensibile, visto che la situazione è molto delicata). I consiglieri comunali hanno il ruolo di evidenziare criticità anche ispezionando strutture pubbliche, esattamente come fanno i parlamentari, ma queste “visite” sono state bollate come passerelle elettorali. Il nostro giornale, da sempre pluralista e democratico, non poteva che dare spazio, come facciamo sempre, a ogni voce della nostra società. Qui riportiamo la sua lettera.
“Gentile direttore,
voglia accogliere, gentilmente, sulle sue pagine la risposta, all’articolo comparso il 25/10/18 su Corriere Salentino, all’ex Assessore Guido da parte dei dipendenti del Dopo di noi.
Abbiamo, in questi sei anni, visto succedersi due amministrazioni comunali e tre gestioni e siamo rimasti, puntualmente, in silenzio di fronte a tutto quello che, nostro malgrado, ci vedeva coinvolti. Quella struttura, nata sotto i migliori degli auspici, ad oggi resta un esempio di convivenza tra disabili che, per le ragioni più disparate, non hanno più nessuno che possa prendersi cura di loro. Abbiamo, in maniera totalizzante, aiutato gli utenti del DDN a sentirsi a casa, e continuiamo a farlo, nonostante la realtà sia un’altra.
Come abbiamo evidenziato sopra, le amministrazioni che si sono succedute hanno fatto un lavoro diverso l’uno dall’altro, ma che mai abbiamo criticato. Così come è accaduto con le cooperative che hanno gestito e che oggi gestiscono la struttura. Questo, quantomeno, fino ad oggi. Sì, perché in questi anni abbiamo tollerato certe passerelle politiche in periodi elettorale ed abbiamo digerito a malapena l’indifferenza del dopo elezioni. Siamo comunque rimasti in silenzio, anche quando, come è di recente accaduto, ci sono stati dei ritardi sui pagamenti. Abbiamo, nonostante tutto ciò, accettato tutto per il bene degli inquilini del DDN.
Oggi, però, si è superato un limite. I tre consiglieri di minoranza, Guido, Monticelli e Tessitore, vestitisi di un ruolo che ancora dobbiamo comprendere, hanno violato l’intimità di un momento quale la consumazione del pasto.
Capiamo che per certa classe politica una struttura come il DDN possa essere vista solo come un possibile serbatoio di voti, siamo gente di mondo e non ci scandalizza quasi nulla, ma non tolleriamo che non si capisca che quella, nella sostanza dei fatti, sia l’abitazione di gente che ha avuto fortune diverse dai più e che, ve lo possiamo assicurare, loro non hanno mai veramente guardato negli occhi.
Speriamo, con ciò, che questa sia la nostra prima ed ultima volta sulla stampa e che del DDN si possa parlare solo per i suoi virtuosismi.
I dipendenti del dopo di noi”.