di Manuela Marzo
RACALE (Lecce) – Il 27-28 ottobre 2018, festeggiamenti in onore della B. V. Maria Addolorata.
Nel borgo chiamato “Li curti Lei”, adibito a mercato della piccola cittadina di Racale, già alla fine del 1700 sorgeva una chiesetta intitolata alla Madonna delle Grazie. Luogo di avvenimenti miracolosi aveva attirato, in quel tempo, sia un gran numero di curiosi sia molti fedeli dei paesi circostanti, finché poi la piccola chiesa fu gradualmente abbandonata e lasciata all’incuria generale, tanto da essere utilizzata come stalla. Per questo motivo, i baroni Basurto costituirono una Confraternita laica, che avrebbe dovuto dedicarsi alla cura della chiesa e al culto della Vergine Santissima sotto l’aspetto particolare dell’Addolorata. Inoltre, a partire dai primi decenni dell’800, le famiglie nobili e benestanti del paese si radunarono nell’oratorio del castello baronale, durante il periodo quaresimale, per praticare la “Via Matris dolorosae”, un particolare tipo di pratica devozionale che faceva riferimento ai sette dolori patiti dalla Vergine Santissima durante la sua esistenza terrena al cospetto del figlio.
Quindi questo Tempio, sorto agli inizi del sec. XVII in onore di S. Maria delle Grazie, ampliato nel 1721, divenuto nel 1854 sede della Confraternita dell’Addolorata per la cura di essa, ricostruito a pianta basilicale, nei decenni successivi, completato nel 1897, fu intitolato dalla pietà dei fedeli alla B.V. Maria Addolorata.
Elevato a Chiesa Parrocchiale il 29 ottobre 1961 da mons. Corrado Ursi, vescovo di Nardò fu affidato alla cura pastorale del sacerdote Gennaro De Lorenzis, primo parroco sotto il pontificato di Giovanni Paolo II. Da allora la comunità di Racale festeggia la Beata Vergine Maria Addolorata la quarta domenica di ottobre.
La forte devozione popolare, tra riti liturgici, processione e festeggiamenti vari, si esprime da sempre sui versi e le note dell’inno cantato alla Vergine Addolorata di Racale. Composto dal M° Luigi Letizia nel 1885, su commissione della Confraternita dell’Addolorata, rappresenta uno dei momenti più belli e sentiti di questa pagina di storia paesana, semplice, ma fortemente legata al volto triste della ‘Mamma dal cuore trafitto’: “Ai tuoi piedi, o / bella Madre / verso pianto di / dolor / per me prega il / Figlio e il Padre, / in Te sola / speme il cuor”.
Ancora oggi, quest’inno è patrimonio significativo della storia liturgico-musicale della piccola cittadina salentina e rappresenta la struttura portante delle funzioni del solenne settenario in onore della Beata Vergine Maria Addolorata, che anticipa ed inaugura formalmente le celebrazioni della Settimana Santa a Racale.
Il messaggio e il saluto di don Luciano Oronzo Scarpina, parroco della Parrocchia B.V.M. Addolorata di Racale dal 2017, manca nel programma religioso per un errore di stampa. Don Luciano ne fa dono al CorriereSalentino, un modo e in modo da raggiungere più fedeli possibili: «Carissimi fedeli e cittadini, numerosi sono i motivi di gioia che mi invitano a rivolgere il fraterno saluto a tutti voi attraverso questa “finestrella”. I solenni festeggiamenti religiosi e civili in onore della nostra Titolare, la Madonna Addolorata, sono uno dei momenti più significativi per la vita religiosa e civile della nostra comunità parrocchiale, anche se quest’anno abbiamo seminato nella prima decade di settembre, a maggior gloria di Dio, due semi che segneranno la storia liturgico-pastorale della nostra parrocchia: il triduo liturgico in onore della Madonna delle Grazie e quello della Titolare, in occasione della sua memoria liturgica, che è universalmente il 15 settembre. Il popolo di Dio, in entrambe le circostanze ha risposto con grande generosità partecipativa, pertanto questi semi devono essere innaffiati e curati per farli diventare delle piante “copiose e lussureggianti”. Anche per i festeggiamenti di ottobre ci impegniamo con entusiasmo per ottenere risultati luminosi e pieni di vita e speranza. […] Buona festa dell’Addolorata 2018, e ad multos annos».
«Contemplare la Madre di Gesù, contemplare questo segno di contraddizione, perché Gesù è il vincitore ma sulla Croce, sulla Croce. E’ una contraddizione, non si capisce … Ci vuole fede per capire, almeno per avvicinarsi a questo mistero. Maria sapeva e tutta la vita ha vissuto con l’anima trafitta. Seguiva Gesù e sentiva i commenti della gente, a volte pro, altre contro ma stava sempre dietro a suo Figlio. E per questo diciamo che è la prima discepola – sottolinea Papa Francesco nell’omelia della Messa a Casa Santa Marta -. Maria aveva l’inquietudine che faceva nascere nel suo cuore questo ‘segno di contraddizione’. Alla fine, era lì, in silenzio, sotto la croce guardando il Figlio. Forse, sentiva commenti del tipo: ‘Guarda, quella è la Madre di uno dei tre delinquenti’. Ma Lei ‘mostrò la faccia per il Figlio’. Questo che io dico adesso sono piccole parole per aiutare a contemplare, in silenzio, questo mistero. In quel momento, Lei ci partorì tutti noi: partorì la Chiesa. ‘Donna’ – Le dice il Figlio – ‘ecco i tuoi figli’. Non dice ‘madre’: dice ‘donna’. Donna forte, coraggiosa; donna che era lì per dire: ‘Questo è mio Figlio: non Lo rinnego’.
Ed in silenzio dovremmo sostare, anche oggi, dinanzi alla nostra ‘Madonna Addolorata’, Madre di tutti. Al di là delle luci e dei colori, dei fuochi che illuminano il cielo autunnale, dei festeggiamenti e delle vie più o meno addobbate per accogliere il suo passaggio, degli inni e delle tante genuflessioni, ciò che dovrebbe rimanere impresso nella nostra mente e nel nostro cuore è la testimonianza dell’ immenso amore, senza condizioni e senza confini, di questa Donna e Madre, Compagna del nostro pellegrinare terreno, in quanto «non si può essere cristiani se non si è mariani» (Papa Paolo VI, santo).