di Flavio De Marco
Il Pescara di Pillon, in casa è un brutto cliente e la sua formazione dedita al classico 4-3-3 è composta da Fiorillo; Balzano, Gravillon, Campagnaro, Del Grosso; Memushaj, Brugman, Machin; Marras, Mancuso, Antonucci. Liverani schiera i giallorossi con l’iniziale 4-3-1-2, mettendo in campo Vigorito; Fiamozzi, Venuti, Meccariello, Calderoni; Tabanelli, Petriccione, Scavone; Mancosu; La Mantia, Palombi.
Da tenere sotto osservazione, per il Lecce Antenucci, Mancuso e Marras, un trio niente male per una fase offensiva degli adriatici che davanti al suo pubblico vogliono strafare. Infatti, bastano tre minuti perché l’ex Memushaj riesca a imbeccare Mancosu su un cross, colpo di testa e Vigorito battuto: è già 1-0. Il Lecce si affida ad un tentativo di Palombi per la sua reazione, ma, non ha varchi per esprimere il proverbiale gioco della fluidità. Al minuto ventitré è la difesa a mostrare una distrazione notevole, Gravillon, salito dalla difesa, sugli sviluppi di un angolo non perdona con una conclusione perentoria e fa 2-0. Ora il Lecce subisce e bisognerà attendere lo scadere della prima frazione per qualche azione degna di nota: dapprima Palombi su una intuizione di Tabanelli a liberare il compagno e poi La Mantia insistono nel cercare di insidiare il portiere dei padroni di casa Fiorillo. Nel recupero del primo tempo Palombi accorcia le distanze dopo il calcio di punizione ottenuto da un combattivo Tabanelli.
Al rientro dagli spogliatoi il Lecce ci crede e La Mantia colpisce la traversa dopo una bella azione dei giallorossi: la svolta in negativo, però, arriva al cinquantesimo minuto quando gli uomini di Liverani restano in dieci per doppia ammonizione di Calderoni. Sicuramente sarà questo l’episodio che caratterizzerà la gara in toto. Liverani richiama Scavone per Marino e al minuto sessantacinque l’ottimo Tabanelli pareggia momentaneamente i conti facendosi trovare pronto su una iniziativa di Fiamozzi, 2-2. Da qui a qualche minuto ammonizione, doppia, anche per Meccariello, Lecce in nove e Meluso espulso dalla panchina. Falco, intanto, rileva La Mantia, ma, è il Pescara a affondare il coltello: Del Sole a due minuti dal termine compie una prodezza, quasi imprendibile il suo tiro all’incrocio dei pali ed è 3-2. Gravato dall’assenza di due giocatori il Lecce subisce l’onta, ingiusta, del poker: Del Sole in contropiede non si lascia pregare e sigla il 4-2.
Un’altalena di emozioni questa partita che ha confermato tanti spunti positivi del Lecce ma che ha denotato, probabilmente, qualche decisione troppo avventata del direttore di gara. Il Lecce, tuttavia, si fa valere contro una signora squadra.