LECCE – La musica classica continua ad attrarre le giovani generazioni: tanti salentini scelgono di studiarla, ma per carpirne tutti i segreti è necessario scegliere percorsi formativi d’eccellenza. All’interno del Damus – Accademia sorge una prestigiosa scuola con insegnanti di alto livello. Il Dipartimento di Musica Classica ha una lunga storia che parte nel 1994 a Cavallino: un percorso ricco di successi di pubblico e critica, grazie alla lungimirante scelta di puntare su professionalità eccellenti. Il grande pianista Aldo Ciccolini, Benedetto Lupo, considerato dalla critica uno dei più grandi musicisti internazionali, Alicia de Larrocha y de la Calle, Roberto Cappello, ma anche straordinari chitarristi, flautisti e altri musicisti di indiscussa fama internazionale hanno arricchito il percorso formativo e artistico della scuola di musica classica Harmonium con lezioni, masterclass, concerti e seminari.
Harmonium negli anni ha acquisito sempre maggiore solidità, fama e forza imponendosi sulle scene nazionali e avviando partnership con le istituzioni e con i Conservatori di Stato. Tutti gli studi sono certificati da organismi internazioni quali:ABRSM (Association Board Royal School of Music) che vanta oltre 100 anni di esperienza e competenza nel campo dell’istruzione musicale ed è riconosciuta da quattro tra i principali conservatori del Regno Unito; Trinity College of Music che dal 1877 utilizza gli stessi standard qualitativi in oltre 60 paesi nel mondo. La scuola superiore di musica classica Harmonium vanta anche all’interno uno studio di registrazione professionale e centro per la discografia.
INTERVISTA AL MAESTRO DELLA SCUOLA HARMONIUM ALESSANDRO QUARANTA
Maestro, la musica classica è un privilegio per pochi di questi tempi o è accessibile e continua a conquistare le nuove generazioni?
“Spesso capita di imbattersi in espressioni quali ‘La musica classica è passata’. Niente di più paradossale alle orecchie di chi invece nella musica classica si immerge e vive. È evidente che dalla seconda metà del secolo scorso si sono affacciati nuovi generi musicali (dal Rock al Pop, fino alla musica House) ma è privilegiato colui che ricerca la musica classica”.
Le istituzioni leccesi danno il giusto spazio alla cultura e alla musica classica?
“Lecce è la città d’arte per eccellenza: la cultura occupa un posto di fondamentale importanza anche nell’ottica dell’economia della città grazie anche alla presenza di teatri prestigiosi, Politeama, Paisiello e Apollo, che offrono una vasta offerta culturale – musicale adatta a tutte le esigenze”.
Quali sono le caratteristiche della scuola Harmonium? Che tipo di formazione offrite?
“La Scuola Superiore di Musica Harmonium, da più di vent’anni, si occupa di didattica musicale e certifica gli studi attraverso riconoscimenti internazionali. Il nostro impegno parte dal profondo valore di arte intesa come cuore pulsante della nostra cultura. Ogni giorno, diffondiamo la musica come strumento di crescita personale e sociale, stimolando l’intelligenza, la creatività e la responsabilità dei giovani. Il fine ultimo dei nostri corsi non è semplicemente quello di fornire una preparazione musicale d’eccellenza ai nostri allievi, ma di arricchire il percorso di ognuno di loro con lo spirito creativo, il rigore, la logica e la sensibilità che questa straordinaria arte può sviluppare, permettendo loro di affrontare qualunque tipo di sfida con una marcia in più”.
È meglio passare prima dalla musica classica per fare poi la musica contemporanea? Ci si forma meglio?
“No, non è indispensabile. Detto questo sottolineo l’importanza dello studio della musica nel senso classico del genere, perché è solo attraverso di essa che si acquisisce la giusta tecnica e la giusta conoscenza che porta l’esecutore a scegliere il genere che più si addice alle proprie esigenze”.
La musica classica si dice che abbia effetti benefici sul cervello: me lo conferma?
“Qualcuno lo chiama, scherzosamente, ‘effetto Mozart’: l’idea che ascoltare musica classica renda in qualche modo più intelligenti. Uno studio condotto da Chakravarthi Kanduri, esperto in biologia computazionale alla University of Helsinki, per esempio, ha svelato che l’ascolto di musica classica aumenta le funzioni cognitive nel cervello.
Quanto tempo e quanto studio ci vuole per imparare bene uno strumento?
“Una domanda che si fanno tutte quelle persone che cominciano a considerare la possibilità di imparare a suonare. Ebbene, dipende da diversi fattori, non solo dalle proprie abilità. Certo, avere un talento per la musica e un buon orecchio aiuterà a raggiungere risultati più velocemente, tuttavia – nel lungo periodo – l’esecutore/studente che pratica diligentemente e nel modo giusto saprà superare il talentuoso, se pigro”.
Cosa significa suonare? Quali strumenti si possono studiare nella scuola Harmonium?
“Suonare uno strumento significa imparare movimenti completamente nuovi della mano e delle dita: è quasi come imparare a camminare. L’unico modo per imparare questi movimenti è quello di esercitarsi regolarmente.
Il tempo trascorso praticando uno strumento musicale farà chiaramente la differenza nei progressi. La nostra scuola offre un giusto supporto per ottenere i migliori risultati nel minor tempo possibile. L’alunno ha la possibilità di scegliere svariati corsi di una vasta gamma di strumenti”.
Si impara anche a saper stare sul palcoscenico?
“I nostri allievi fanno esperienza diretta sui palcoscenici dei teatri del territorio in occasione dello spettacolo di fine anno e di altri eventi organizzati da Harmonium e da altri enti durante i quali hanno anche la possibilità di collaborare con artisti di fama internazionale”.