BARI- Altro terremoto negli ambienti giudiziari. In mattinata tra Roma, Firenze, Bari, Barletta, Trani e Corato è stata eseguita dalla Sezione Operativa del Nucleo Operativo Carabinieri di Barletta, un’ordinanaza di custodia cautelare e interdittiva richiesta dalla Procura della Repubblica di Lecce, che ha coordinato le indagini, ed emessa dal gip, nei confronti di due magistrati, attualmente in servizio presso gli uffici giudiziari di Roma, un Ispettore di Polizia di Stato, in servizio presso il Commissariato di Corato, due imprenditori, di Firenze e Trani e due avvocati del Foro di Trani e Bari; le imputazioni più gravi contestate (peralcuni indagati) sono riferite alle ipotesi di associazione per delinquere finalizzata ad una serie di delitti contro la Pubblica Amministrazione (Nardi, Savasta, Di Chiaro e Cuomo), corruzione in atti giudiziari, falso ideologico e materiale per fatti commessi tra il 2014 e il 2018.
Alcuni indagati, anche al di fuori del contesto associativo, rispondono inoltre di millantato credito e calunnia; altri indagati l’imprenditore o rispondono unicamente di concorso in corruzione in atti giudiziari. Il complesso delle indagini ha consentito di svelare l’esistenza di un programma criminoso indeterminato nel tempo che, attraverso il costante ricorso alla corruzione di pubblici ufficiali, assicurava favori nei confronti di facoltosi imprenditori, anche con l’intermediazione di esercenti la professione di avvocato. Secondo l’impostazione accusatoria, racchiusa nelle imputazioni contestate, i due magistrati avrebbero garantito positivi esiti processuali nelle complessive vicende giudiziarie e tributarie di interesse per gli imprenditori coinvolti, in cambio di ingenti somme di denaro e in alcuni casi di altre utilità tra cui anche gioielli e pietre preziose; al riguardo gli imprenditori avrebbero provveduto ai pagamenti e ai favori erogati, mentre gli avvocati avrebbero prestato la propria opera a titolo di intermediari e facilitatori. Un ruolo di particolare rilievo avrebbe avuto altresì l’ispettore Di Chiaro la cui complessiva opera si sarebbe sostanziata nel porsi al servizio dell’imprenditore coratino D’introno, quale momento indispensabile di collegamento con il magistrato Savasta per il complessivo inquinamento dell’attività investigativa e processuale da quest’ultimo posta in essere.
Un ulteriore filone investigativo è infine emerso a seguito della trasmissione di atti processuali dalla Procura della Repubblica di Firenze, dai quali si trarrebbe il coinvolgimento di alcuni indagati in condotte correttive in concorso; in particolare il Savasta durante la conduzione di indagini, seguite presso la Procura della Repubblica di Trani e relative ad una serie di false fatturazioni imputabili anche ad altri imprenditori, avrebbe omesso i dovuti approfondimenti sul conto di Dagostino reale beneficiario degli utili derivanti da tali falsificazioni, in cambio di denaro e altre utilità.
La misura è stata concessa dal GIP di Lecce a seguito di una complessa e delicata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Lecce e affidata alla sezione operativa del Nucleo Operativo Carabinieri di Barletta, nei confronti di: Michele Nardi attualmente Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Roma, in precedenza gip presso il Tribunale di Trani e successivamente magistrato distaccato presso l’Ispettorato del Ministero della Giustizia (custodia cautelare in carcere; Antonio Savasta, attualmente Giudice presso il Tribunale di Roma, già Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Trani (custodia cautelare in carcere); Di Chiaro Vincenzo, ispettore di polizia in servizio presso il Commissariato di Corato (custodia cautelare in carcere; Dagostino Luigi (misura interdittiva- in corso di notifica- del divieto temporaneo di esercizio dell’attività imprenditoriale e di esercizio degli uffici direttivi nelle imprese per anni uno); Cuomo Simona, avvocato in Bari, (misura interdittiva del divieto temporaneo di esercizio della professione di avvocato e delle attività ad essa inerenti per la durata di anni uno); Sfrecola Ruggiero, avvocato in Trani (misura interdittiva del divieto temporaneo di esercizio della professione di avvocato e delle attività ad essa inerenti per la durata di anni uno).
L’impianto accusatorio su cui si fonda l’indagine preliminare che ha dato luogo alla misura eseguita in datà odierna è costituito da molteplici elementi tra i quali: intercettazione di comunicazioni, chiamate in correità, dichiarazioni di persone informate sui fatti, analisi di numerosi procedimenti .penali trattati presso gli uffici giudiziari di Trani, registrazioni di conversazioni intervenute nel corso di incontri tra gli indagati, riscontri patrimoniali. A seguito di richiesta di sequestro preventivo, anche per equivalente, avanzata da questa Procura della Repubblica il GIP ha provveduto a disporre il sequestro di immobili, conti correnti ed altre utilità per un controvalore di Savasta di 489mila euro; Nardi, 672mila euro (tra i quali un orologio in oro Daytona Rolex e un quantitativo di diamanti); Di Chiaro, 436mila euro; Cuomo, 436mila euro; Dagostino e Sfrecola, 53mila euro.
La Procura della Repubblica di Lecce ha proceduto in ragione della competenza attribuitale dall’articolo 11 codice di procedura penale, vertendosi in materia di reati commessi nell’ambito del Distretto della Corte d’appello di Bari e pertanto attribuiti alla competenza di questo ufficio.
Il ricorso alla misura cautelare si è reso indispensabile tenuto conto del concreto pericolo di reiterazione di condotte criminose e del gravissimo, documentato e attuale rischio di inquinamento probatorio.