LECCE – Un gioco enigmistico classico, consistente in una vignetta che il solutore deve interpretare per ricavarne una frase definitiva, è il rebus. Questo gioco è anche una metafora di una situazione intricata e di difficile interpretazione.
Dopo questa premessa, qualche mio amico lettore penserà che chi scrive stia dando leggermente di matto perché sembrerebbe non esserci un nesso tra un rebus ed il rendimento del Lecce. Può darsi che abbia ragione ma a me, personalmente, l’attuale cammino del Lecce mi ha fatto venire l’idea del rebus, anche complicato, al quale non riesco a trovare ancora la soluzione.
Chi, ad inizio di campionato, avrebbe pronosticato il Lecce in terza posizione dopo 20 partite? Credo nessuno, ma il Lecce sta lì, ci sta bene ed avrebbe anche qualcosa su cui recriminare. Le sconfitte subite sono state chiare e nette? Neanche per idea, anzi ci sarebbe molto da discutere sul modo con il quale si sono consumate. Certamente si potrà affermare come l’organico del Lecce non sia il più forte, né il più attrezzato, né il più costoso, però sta lì al terzo posto e pratica, questa volta lo affermo con convinzione, il miglior calcio della categoria.
Allora è tutto un caso? Credo di no perchè dietro a questi risultati ci sta anche il lavoro intelligente della società e dello staff tecnico, oltre che degli atleti cui va il grosso merito di applicarsi con convincimento e dedizione e di aver acquisito un sistema di gioco fluido, incisivo, sicuro. Dopo l’ottima prestazione contro il Benevento si attendeva, con una certa curiosità ed un giusto timore reverenziale, l’incontro con la Salernitana, reduce da una clamorosa vittoria a Palermo. Ebbene che partita abbiamo visto? La Salernitana cancellata dalla possibilità di far gioco dopo venti minuti, il Lecce padrone assoluto del campo, giocate di grandissimo pregio stilistico (lancio di Tachtsidis e gol di fino di Palombi), fluidità della manovra e spazi occupati per tutto il rettangolo di gioco.
Non riesco ancora a risolvere il bel rebus che questa compagine sta proponendo alla soluzione dei suoi tifosi. Poiché nessuno si aspettava questi risultati, mi sembra naturale, oltre che giusto, non alzare continuamente l’asticella, pretendendo gioco senza pause fino al 90’ e oltre, oppure scarto di due o più reti al termine della partita, ed invitare a ricordarsi sempre chi siamo e dove eravamo al fine di mantenere sempre l’umiltà che deve contraddistinguere questa squadra nella speranza che il sogno nascosto nel cassetto possa anche realizzarsi.
Umiltà significa compattezza, compattezza significa credere fermamente nei propri mezzi e costituire quindi certezze. Ho notato, con mia grande soddisfazione, che i sostenitori della “mitica” Nord sono quelli che sostengono più visceralmente il Lecce ma sono gli stessi che a tutt’oggi non vogliono pronosticare un roseo risultato, chiedendo ancora tempo per le dovute verifiche. Però, come tutti, stanno gioendo per le prestazioni della squadra, alcune veramente di rilievo e prestigio.
Come si evince da quanto propostovi, questo Lecce rappresenta veramente un intelligente rebus la cui soluzione ci sta appassionando. Un ulteriore chiarimento si avrà venerdì prossimo contro l’Ascoli, che fuori casa è poca cosa. Guai però a sottovalutarlo perché abbiamo constatato che campionato sia quello di B.
Mario La Mazza