LECCE – Si è tenuta questa mattina presso la Casa Circondariale di Lecce Borgo San Nicola la conferenza stampa tra giornalisti ed istituzioni per la presentazione ufficiale del progetto “Mi rifiuto di affondare, operazione Bon Jovi in carcere”.
L’imbarcazione Bon Jovi è arrivata in Italia nel 2018 carica di oltre sessanta clandestini durante un viaggio della speranza qualunque.
Confiscata in seguito per immigrazione clandestina e traffico di esseri umani, oggi diventa simbolo di nuove possibilità e di speranza.
La struttura, infatti, verrà restaurata dai detenuti, diventando strumento di legalità e recupero sociale.
La Bon Jovi tornerà a solcare il mare con a bordo ragazzi difficili, a cui verrà trasmesso il vero significato della vita: lavorare in squadra, affrontare le difficoltà e rispettare le regole.
Un progetto coraggioso e visionario quello dell’Associazione Calasanzio Cultura e Formazione, partecipe stamane con Ivo Cantoro.
Insieme ad Alba Mediterranea, Casa Circondariale di Lecce ed Assonautica Provincia di Lecce, questo coinvolgerà un team di dieci detenuti più uno.
L’imbarcazione, grande dodici metri, sarà il cuore del laboratorio avviato all’interno della Casa Circondariale di Lecce, tramite il progetto “Operatore/operatrice per la realizzazione di manufatti lignei”, finanziato dalla Regione Puglia.
Alla presentazione ufficiale odierna presente anche l’assessore di Formazione e Lavoro Puglia, Sebastiano Leo, che ha sottolineato come il progetto rappresenti una prima nazionale.
“Gli Enti coinvolti lavorano con tenacia e fatica per il raggiungimento dell’obiettivo. Per questo, come per altri nove progetti formativi e professionalizzanti per i detenuti, vengono stanziati ingenti fondi pubblici. Il monitoraggio dunque di obiettivi e risultati risulta molto importante al fine di una buona riuscita”.
L’imbarcazione è stata infatti affidata in custodia giudiziale, con facoltà d’uso, dalla Procura della Repubblica di Lecce all’associazione di promozione sociale Alba Mediterranea, presente questa mattina con il vicepresidente Antonio Dell’Anna.
I detenuti diventeranno i protagonisti della rinascita dell’imbarcazione. Il motto Mi rifiuto di affondare indica la seconda vita del veliero, ma anche il monito per gli stessi detenuti in cerca di una seconda chance.
“Il tempo coinvolto nella pena di un detenuto ha un valore importante. Offrire una professione è fondamentale, ancora di più se questa viene tratta da un bene di destino alla mafia.
Il carcere e chi lo vive possono e devono divenire una risorsa”. Così durante l’incontro ha parlato d Rita Russo, direttrice della Casa Circondariale di Lecce.
Una volta ristrutturata, grazie alla guida dei maestri dell’azienda Schiavone, Bon Jovi sarà rimessa in mare e utilizzata per fini sociali e culturali.
Scopo del restauro è il riutilizzo di Bon Jovi per l’integrazione e l’inclusione sociale di soggetti svantaggiati, utilizzando come strumenti educativi e terapeutici il mare e la navigazione.
A bordo ci saranno ragazzi in esecuzione penale che, grazie all’aiuto di Alba Mediterranea, impareranno che l’umiltà, il senso del limite, il sacrificio sono valori necessari.
Chiara Rosato