Di F.Oli.
LECCE – Magistrato, una sua amica avvocata e direttore Asl. Seduti allo stesso tavolo di un bar di Lecce con una finalità ben precisa: raccomandare la figlia dell’avvocata, amica del pm Emilio Arnesano, in un colloquio di lavoro in una cioccolateria. Grazie all’intercessione del direttore Asl, Ottavio Narracci. Favori&Giustizia. Ma anche Favori&Raccomandazioni. Con una ben precisa triangolazione che avrebbe utilizzato come camera di compensazione i tavolini di un bar. L’episodio corruttivo contestato al pm, in servizio fino al dicembre presso la Procura ordinaria, e al direttore dell’Asl è contenuto nelle decine e decine di carte allegate al decreto di giudizio immediato a carico dei principali imputati coinvolti nell’inchiesta che ha terremotato magistratura e uffici dell’Asl leccese.
E’ la stessa avvocata a ricostruire i contenuti degli incontri per ottenere un colloquio di lavoro per la figlia negli uffici della Guardia di Finanza l’11 dicembre scorso quando viene sentita come persona informata dei fatti dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Lecce. Ecco il contenuto dell’audizione che parte, nell’esposizione dei fatti, dalla conoscenza personale del magistrato fino alle richieste di favori “come mamma”. “Ho conosciuto il dottore Arnesano nel corso dell’anno 2011/2012. A partire da quel periodo è nato un rapporto di amicizia e di stima”. L’ascolto verte su eventuali intercessioni o aiuti in pratiche o per l’assunzione delle figlie. Sui due punti l’avvocata così risponde: “Non ho mai curato fascicoli processuali affidati a tale magistrato…Mi ha proposto di iscrivermi all’albo degli avvocati al fine di ottenere dei vantaggi in termini processuali su eventuali fascicoli a lui assegnati…Mia figlia si è laureata in giurisprudenza e ha iniziato un praticantato presso l’avvocatura dello Stato”.
Poi l’audizione vira sulla situazione della seconda figlia: “Ricordo di aver chiesto, come mamma, al dottore Arnesano, come avrebbe potuto mia figlia venire ammessa presso tale Ente. Non mi ha mai risposto…Per l’altra figlia ricordo di aver chiesto al dott. Arnesano se poteva dargli una mano ed egli mi rispose di far portare il suo curriculum al dottore Narracci Ottavio che mi disse essere il direttore generale dell’Asl di Lecce. Ricordo che mi disse che in virtù di quanto stava accadendo in Tribunale per la sua richiesta di assoluzione del dottore Narracci dell’anno precedente che aveva portato all’emissione di una sentenza in tal senso, non poteva chiamarlo direttamente al fine di non far risultare i contatti fra i due”.
Poi l’ascolto si focalizza sui dettagli degli incontri: “Ricordo che in quell’occasione il dottore Arnesano mi fornì il numero di cellulare del predetto direttore generale. Non ricordo se ho contattato questa persona al telefono o tramite messaggio fatto sta che mi fissò un appuntamento dopo avergli fatto il nome del dottore Arnesano. Il giorno fissato per l’incontro, avvenuto presso l’ufficio dell’Asl di Lecce del dottore Narracci, dopo circa due ore di attesa, ho incontrato tale persona alla quale mi sono nuovamente presentata come l’amica del dottore Arnesano. A quel punto mi ha ricevuta e gli ho consegnato il curriculum di mia figlia che egli ha risposto sulla sua scrivania”.
Il primo incontro non sortisce gli effetti sperati. Almeno nei giorni immediatamente successivi. Poi si sblocca. L’avvocata: “A partire da quella data, per diversi giorni, non ho saputo più nulla. Mi sono rivolta nuovamente al dottore Arnesano, in occasione di un incontro casuale, allorquando gli ho rappresentato che nessuno si era fatto sentire dopo quell’appuntamento. Ricordo che Arnesano si risentì di quanto appreso e mi scrisse lui stesso sul mio cellulare un messaggio ma dopo un pò di tempo ricevetti un messaggio su WhatsApp da parte del predetto direttore che mi richiedeva di portargli il curriculum di mia figlia. Ricordo che Narracci mi fissò un appuntamento presso un bar di Lecce dove venne anche il dottore Arnesano. A quell’incontro il dottore Narracci venne da solo con un’autovettura mentre il dottore Arnesano venne a piedi…”
“Ho quindi consegnato il curriculum al dottore Narracci il quale mi anticipò che mia figlia sarebbe stata chiamata in una cioccolateria per una prova quale addetta al bancone. Alla richiesta del dottore Arnesano se stava proponendo a mia figlia un posto da cameriera il dottore Narracci rispose che non era proprio una cameriera e comunque si trattava di un locale rinomato che si trovava in pieno centro a Lecce. Effettivamente mia figlia è stata poi chiamata per un colloquio in tale cioccolateria che ha sostenuto ma ad oggi non è stata ancora chiamata per la prova”.