F.Oli.
LECCE – Non arretra di un millimetro un orientamento che appare ormai consolidato nell’inchiesta sull’assegnazione degli alloggi popolari a Lecce. Mentre si attende l’inizio del processo davanti al Riesame sfilano ancora alcuni imputati sottoposti a misure cautelari o interdittive. L’esito, però, è sempre lo stesso: rigetto alla stragrande maggioranza di ricorsi e appelli discussi in questi mesi. Come accaduto nelle scorse ore quando è stata confermata l’interdittiva dai pubblici uffici per un anno per l’ex responsabile dell’Ufficio Casa del Comune di Lecce, Piera Perulli, imputata nel processo al via l’8 aprile.
I giudici (Presidente Silvio Piccinno, giudice estensore Pia Verderosa, a latere Antonio Gatto) hanno rigettato l’appello dopo un rigetto del gip discusso in giornata dall’avvocato Salvatore De Mitri. Il legale, nel corso del suo lungo intervento, ha evidenziato il venir meno dei gravi indizi di colpevolezza ma anche e soprattutto la mancanza delle esigenze cautelari. Questo perché il Comune di Lecce è ormai commissariato; in un interrogatorio di Attilio Monosi l’ex consigliere comunale riferisce che i suoi referenti a Palazzo Carafa nelle delibere sugli alloggi popolari sarebbero altre persone, alcune neppure indagate così come precisato dal legale della dirigente.
Inoltre, per confutare l’ipotesi di una partecipazione della Perulli all’associazione, sono state depositate indagini difensive corredate da un cd audio dove emergerebbe il contrasto tra la funzionaria e l’ex assessore Luca Pasqualini (altro imputato) in cui la Perulli si opporrebbe ad alcune richieste. Infine non ci sarebbe più stato il pericolo della reiterazione del reato perché l’imputata è stata nel frattempo trasferita presso l’ufficio dei servizi sociali del Comune di Lecce; e non ci sarebbe stato nemmeno il rischio di inquinamento probatorio perché l’intero carteggio sull’inchiesta è stato sequestrato dagli inquirenti ormai da tempo e la Perulli è stata già rinviata a giudizio. Pertanto la genuinità della prova non poteva più essere messa in dubbio.
La funzionaria comunale risponde non solo di associazione a delinquere ma anche di abuso d’ufficio, falso ideologico e corruzione. Sarà giudicata in ordinario, come detto, a partire dall’8 aprile prossimo davanti ai giudici in composizione collegiale assieme ad altri 32 imputati.