di Francesco Oliva
MELISSANO (Lecce) – Nessun residuo di polvere da sparo sugli indumenti e sulla pelle del presunto killer di Francesco Fasano ucciso il 21 luglio scorso sulla provinciale Melissano-Ugento. La prova dello stub “scagiona” (rettificando il contenuto del precedente articolo) Angelo Rizzo, il 23enne di Melissano, accusato dell’omicidio del 22enne di Melissano con un solo colpo esploso da una pistola calibro 9 all’altezza delle tempia.
Nelle scorse settimane erano stati depositati gli esiti dello stub a carico del secondo indagato, Daniele Manni che avevano evidenziato tracce di polvere da sparo sugli indumenti e sulla pelle del 39enne di Casarano. L’esito, per quanto positivo, non è indicativo di un effettivo coinvolgimento dell’indagato nell’omicidio tanto che l’avvocato difensore Mario Ciardo sottolinea come “gli esiti siano provvisori e non definitivi e l’effettiva verità sarà accertata nel corso del processo”.
A condurre le indagini, i carabinieri della Compagnia di Casarano insieme ai colleghi del Nucleo Investigativo coordinati dall’aggiunto della Dda Guglielmo Cataldi e dai pubblici ministeri Stefania Mininni e Maria Vallefuoco. La spietata esecuzione di Fasano si inquadra nella spietata logica di un regolamento di conti tra due bande un tempo confederate in un unico sodalizio ma che gelosie e ripicche aveva diviso determinando un’insanabile scissione. Tanto da portare a fratture definitive e a una sete di vendetta e di morte senza alcuna più lucida valutazione dei rischi per sé e per gli altri sodali. A cadere fu Fasano che aveva deciso di rimanere in paese mentre altri avevano deciso di allontanarsi nel timore di finire in qualche rappresaglia.
Il 22enne venne ammazzato con un colpo di pistola calibro 9 all’altezza dell’arcata sopraccigliare sinistra sparato da una distanza abbastanza ravvicinata. Altre lesioni al torace, al tronco e all’addome furono causate da una macchina in transito che trascinò il corpo del giovane, ormai senza vita, per alcuni metri. Nell’inchiesta, infine, compaiono altri 8 indagati accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
L’avvocato della famiglia di Angelo Rizzo, il legale Francesca Conte, rappresenta che l’esito della prova dello stub è stato assolutamente negativo “per cui è doveroso che la stampa tragga le dovute conseguenze” commenta l’avvocato. L’intera redazione del CorriereSalentino rivolge le proprie personalissime scuse al diretto interessato e alla famiglia del giovane per l’errore comparso nel precedente articolo.