F.Oli.
LECCE – La Cassazione annulla con rinvio il provvedimento con cui la Corte d’Appello aveva confermato il sequestro dei beni riconducibili ai fratelli Massimo e Damiano Caroppo, rispettivamente di 53 e 50 anni, entrambi di Lecce, coinvolti nella inchiesta monstre ribattezzata “Twilight” su un giro di usura culminata nei giorni scorsi nell’avviso di conclusione.
Gli ermellini hanno così accolto il ricorso degli avvocati Stefano De Francesco, Mario Fazzini e Viviana Labbruzzo annullando con rinvio il decreto di sequestro. Ora la Corte d’appello dovrà rianalizzare il provvedimento e decidere se confermare il sequestro ovviamente tenendo conto delle indicazioni che la Cassazione indicherà nelle motivazioni. La possibilità di impugnare il decreto di sequestro (che viene effettuato prima dell’inizio del procedimento finalizzato alla confisca) è stata introdotta a seguito della recente modifica dell’articolo 27 del decreto legislativo antimafia 159/11. Si tratta di uno dei primissimi provvedimenti in tal senso proprio per la novità della riforma.
Nelle censure mosse dagli avvocati nel ricorso in Cassazione sono state contestate le modalità con cui è stato applicato il sequestro che potrebbero essere determinanti anche nell’istruttoria della confisca. Il procedimento di prevenzione è pendente dinanzi alla seconda sezione collegiale in composizione collegiale. Sotto chiave, nel novembre di tre anni fa, erano finiti 36 immobili (appartamenti, villette residenziali e terreni); quattro attività commerciali; un’autovettura; due società a responsabilità limitata; altrettante imprese individuali, circa trenta rapporti bancari per un valore di circa 10 milioni di euro.