F.Oli.
LECCE – Tutti a processo i cinque indagati coinvolti nell’inchiesta sul sequestro di una ragazza di Lecce affetta da deficit di natura psicologica sottratta dall’ospedale e segregata per costringerla a revocare l’amministratore di sostegno e conferire lo stesso incarico all’avvocatessa Gabriella Cassano. La 48enne di Lecce è stata rinviata a giudizio dal gup Michele Toriello così come Fabio Degli Angeli, 49, di Carmiano, compagno della Cassano; Domenico Della Porta, 43 anni, di Carmiano, psicologo e cugino della Cassano; Cosimo Visconti, detto Mimino, di 65 anni, residente a Porto Cesareo; Cosimo Filieri, detto Mimino, 62 anni, di Veglie. L’avvocatessa e il compagno finirono ai domiciliari a maggio dello scorso anno ma dalla fine di novembre entrambi sono liberi mentre gli altri neo imputati vennero raggiunti dal divieto di avvicinamento alla persona offesa.
Cassano, Degli Angeli e Visconti, secondo le indagini condotte dagli agenti della Squadra mobile e coordinate dal sostituto procuratore Maria Rosaria Micucci, dovranno difendersi dall’accusa di sottrazione di persone incapaci e di abbandono di persone incapaci. Sono accusati di aver prelevato il 14 gennaio del 2018 la ragazza dal reparto di Psichiatria dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, conducendola in auto in un’abitazione a Marittima di Diso dove la giovane sarebbe stata lasciata per due giorni al freddo, privandola delle cure farmacologiche e causandole febbre e malessere.
Tutti e quattro gli imputati rispondono anche di sequestro di persona per aver segregato, dal 16 al 25 gennaio, la donna nell’abitazione di Filieri a Veglie, in precarie condizioni igieniche e sanitarie, impedendole di uscire chiudendo a chiave la porta dell’abitazione nonché abbassando completamente le persiane. Filieri le preparava i pasti (colazione e pranzo) servendoli in piatti sporchi causando alla giovane continui conati di vomito. Alla giovane sarebbe stato concesso di uscire solo per fare una finta telefonata alla stessa Cassano e per raggiungere il giudice tutelare per l’istanza di revoca dell’amministratore di sostegno.
Cassano e Degli Angeli si dovranno difendere anche dal reato di circonvenzione di incapace per aver circuito la donna affetta da deficit, “inculcandole la convinzione che l’amministratore di sostegno nominato dal giudice tutelare non si curasse e non si interessasse di lei inducendola a conferire a Cassano il mandato stesso”.
Sempre l’avvocatessa Cassano e Filieri rispondono di false informazioni al pubblico ministero per aver convinto la vittima a raccontare di essersi allontanata da sola dall’ospedale, che successivamente era stata ospitata da una persona della quale non voleva fare il nome e che “Fabio e Gabriella” non c’entravano nulla né con la sua sparizione né con la sua successiva ospitalità. La sola Cassano, infine, risponde di tentata estorsione per aver chiesto al padre della persona offesa una ingente somma di denaro dopo la revoca del mandato ad aprile scorso come parcella per i servili legali resi, minacciando in caso contrario di pignorargli la casa e di farlo “finire in prigione per cinque anni”. Nel corso delle indagini, dopo una consulenza sarebbe emersa la capacità di intendere e di volere della ragazza e la conseguente capacità a testimoniare.
La Cassano è difesa dall’avvocato Luigi Piccinni; Degli Angeli, da Salvatore De Mitri; Visconti e Filieri, da Letizia Garrisi; Della Porta, infine, da Romeo Russo. La Cassano ha sempre respinto ogni accusa. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia riferì di aver agito solo per un atto caritatevole. Il processo si aprirà il 6 giugno davanti al giudice monocratico Stefano Sernia. In aula saranno presenti le parti civili: la ragazza tramite la curatrice speciale Maria Grazia Iovino rappresentata dall’avvocato Maurizio Giancarlo Sanasi (in ballo una richiesta risarcitoria di 1 milione di euro) e il padre assistito dall’avvocato Arturo Balzani (richiesta risarcitoria di 50mila euro). La difesa, in sede di udienza preliminare, ha contestato la nomina della curatrice speciale perché la ragazza sarebbe capace ad autodeterminarsi così come stabilito da una perizia redatta dallo psichiatra Domenico Suma. L’istanza, però, è stata dichiarata inammissibile dal gup Toriello che ha ritenuto che la difesa non possa interloquire sulla revoca del curatore speciale.