LECCE – Sabato 13 aprile, alle ore 17, presso il caffè “All’ombra del Barocco”, si è tenuto l’incontro, condotto da Marco Giusti, tra il pubblico e Nino Frassica, uno dei personaggi dello spettacolo più amati da generazioni di italiani. Da oltre trent’anni la sua comicità surreale e stralunata, ha segnato un modo nuovo e originale di fare televisione, radio e cinema. Le sue invenzioni verbali, i suoi tormentoni e i suoi personaggi astrusi, fanno ormai parte del nostro modo di fare comicità e della nostra cultura artistica. In una intervista leggera e divertente l’attore ha ripercorso i suoi inizi quando da ragazzo, al bar del suo paese per ingannare la noia, si divertiva ad osservare i vari personaggi della vita reale per poi inventare battute, scenette comiche e scherzi divertenti. Ha raccontato l’aneddoto di quando andava al cinema del suo paese chiamato da tutti Ettuno, in quanto era caduta la lettera N dell’insegna ed in cui non c’erano né orari né posti numerati e si sedeva chi arrivava per primo.
Frassica arrivava al buio, non trovando posto, faceva finta di stare seduto su una sedia immaginaria, per poi alzarsi all’improvviso e andare via, a quel punto tutti quelli che stavano in piedi si dirigevano sul suo posto di fatto inesistente. Altro scherzo simile era far finta di parlare al telefono da una cabina telefonica con i fili staccati per ingannare le persone che facevano inutilmente la coda per telefonare. Ha confessato che il segreto del suo successo sono le sue battute che non cambia mai e che le battute volutamente sceme, sono quelle invece intelligenti. Dopo aver fatto riferimento e avuto parole di elogio per la trasmissione di RAI 2 “Stracult”, ritenuta molto intelligente e condotta da Marco Giusti, è passato a parlare di “Che tempo che fa” di Fabio Fazzi e della sua creazione, il giornale “Novella Bella”, in cui traendo spunto dall’osservazione di fatti reali si diverte a stravolgere la vita dei vari personaggi come Tina Cipollari che ormai ha preso di mira e di cui dice bene pur pensando male.
Di fatto gli scherzi, la goliardia ed il “cazzeggio” sono stati la sua palestra. I suoi attori preferiti e modello sono stati Cochi e Renato, il grande Totò e la forza del teatro napoletano. Anche il fratello di Nino, rimasto al paese, era bravo negli scherzi ma essendo più timido, non ha coltivato un talento naturale rimanendo un impiegato delle ferrovie. I primi esordi di Frassica sono stati ad una radio privata. Al Cinema approdò a Roma negli anni settanta dove gli offrirono solo ruoli di comparsa che con orgoglio il mitico Nino rifiutò, ritenendo giustamente di saper recitare. Si è sempre arrangiato nei teatrini locali, facendo il DJ, presentando sfilate, pur di non chiedere soldi ai suoi genitori. Riuscì ad arrivare all’attenzione di Renzo Arbore, lasciandogli originali e bizzarri messaggi in segreteria telefonica, approdando così al famosissimo programma “Quelli della Notte” in cui impersonava uno stravagante frate, Antonino Scasazza. In quella trasmissione andava a ruota libera come un pazzo, dando libero sfogo alla sua creatività. Comunque a poco a poco rivedeva le sue battute per farne una selezione e creare un Format.
A proposito del Cinema ha affermato che agli italiani non piace il surreale e l’assurdo e che più la comicità si fa complessa meno pubblico la segue. Si ritiene un comico di parola per cui ama moltissimo la radio che gli consente maggiore libertà espressiva, mentre la televisione in particolare le fiction hanno comunque delle regole ben precise. Ad esempio nel ruolo del maresciallo Cecchini deve essere credibile e la maggiore comicità la riveste nella vita privata del maresciallo. Ha parlato di una fiction di ambientazione siciliana, in realtà, girata, in questo periodo tra Nardò e Ostuni, in cui si parla della storia di due fratelli, I fratelli Caputo, accanto a Cesare Bocci ed in cui impersona il fratello artista, più stravagante, geniale e sballato, rimasto al paese. Ha citato la trasmissione radiofonica, Il programmone cui partecipano Marenco, Bracardi, Pozzetto. Non si occupa di satira perché è troppo impegnativo e bisognerebbe leggere ogni giorno tutti i giornali. Parlando del teatro ha citato due suoi lavori importanti “L’aria del continente” ed ”Il lupo” e di quanto si possa imparare dal rapporto con il pubblico.
Al momento sta rimandando gli impegni teatrali perché troppo occupato con la televisione e poi rimandare gli impegni è un modo scaramantico per campare di più. Oggi tuttavia rifarebbe “Il Lupo”, il Teatro siciliano, quello di Eduardo e Peppino De Filippo. Non reciterebbe Pirandello, non per incapacità, ma perché sarebbe uno dei tanti fra i bravi e Nino preferisce essere originale ed unico più che semplicemente bravo. Ha affermato che il teatro napoletano e l’avanspettacolo sono alla base della comicità, ricordando e parlando anche del primo incontro con Francesco Scali a Roma, della loro istantanea intesa, delle loro risate e di quando era costretto a fare la cresta sull’alloggio ed il vitto perché lo pagavano pochissimo. Per quanto riguarda il suo rapporto con il Cinema ha sempre rifiutato i Cinepanettoni ma talvolta ha accettato film commerciali per motivi meramente economici. Alla fine di questo piacevolissimo incontro, accompagnato da un pubblico caloroso, accogliente e divertito, l’attore ha ricevuto in premio L’ulivo d’argento per il suo contributo alla Nuova Commedia Italiana.
Francesco Stomeo