di F.Oli.
LECCE – Seconda udienza nel processo sull’assegnazione degli alloggi popolari a Lecce. Nell’aula bunker del carcere di Borgo “San Nicola” sono state affrontate e discusse nuove eccezioni preliminari e le acquisizioni delle prove prima di poter dare lo start all’inizio dell’istruttoria dibattimentale. Nel corso della lunga udienza (conclusa solo poco dopo le 16) i pubblici ministeri Roberta Licci e Massimiliano Carducci (presente anche il Procuratore Capo Leonardo Leone De Castris) hanno chiesto l’acquisizione di 10 altre conversazioni contenute nel procedimento “Eclissi” relativamente alla gestione dei manifesti elettorali. Su richiesta dell’avvocato Laura Astuto (in sostituzione della collega Laura De Giorgi) per conto del Comune di Lecce (parte civile) è stata chiesta l’ammissione di alcuni documenti comunali finalizzati a prevenire la corruzione negli uffici e la trasparenza di tutte le attività mentre l’avvocato Christian Marchello (per conto di Codacons, altra parte civile) ha sollecitato l’acquisizione dell’approvazione dell’assegnazione degli alloggi popolari al bando del 2016.
Per il resto accusa e difesa si sono “scontrate”, nel pieno rispetto dei propri ruoli, su una serie di questioni preliminari sbrogliate dai giudici della prima sezione penale (Presidente Pietro Baffa) con un’articolata ordinanza. Eppure l’avvocato Luigi Rella aveva sollevato una violazione del diritto della difesa chiedendo un termine per visionare le varie richieste di prova depositate poco prima dai pubblici ministeri considerata la ristrettezza dei 30-40 minuti concessi dai giudici per spulciare l’intero carteggio. Si è così proceduto con l’ammissione delle richieste di prova. Negli atti del processo confluiscono le intercettazioni del senatore della Lega Roberto Marti nonostante l’opposizione dell’avvocato difensore Giuseppe Corleto. Questo perché, secondo il collegio giudicante (completato dai giudici Bianca Maria Todaro e Silvia Saracino) le conversazioni raccolte dai militari della Guardia di Finanza sono state del tutto casuali ed episodiche; solo 30 su 1300 e la Cassazione ammette l’utilizzo delle intercettazioni indirette di un parlamentare quando sono sporadiche; inoltre non solo le conversazioni erano poche ma il senatore, all’epoca dei fatti, non era neppure indagato. E quindi le intercettazioni sono state ritenute ammissibili.
Relativamente all’ammissione delle conversazioni di Luca Pasqualini e Pasquale Gorgoni raccolte dagli investigatori nelle stanze dei loro uffici i giudici hanno ritenuto che siano assolutamente ammissibili perché seppur avvenute in luoghi a loro riservati fanno parte di edifici pubblici dove, secondo l’accusa, si svolgeva l’attività criminosa. Molte captazioni ambientali, infatti, riguarderebbero gli accordi con i collettori di voti e avrebbero svelato le strategie per far ottenere gli immobili pubblici anche a chi non ne aveva diritto. In sostanza, secondo quanto sostenuto dai giudici nella loro ordinanza, gli imputati davano le dritte giuste e in base all’articolo 278 comma 2 del codice di procedura penale anche in un luogo di privata dimora si può procedere con le intercettazioni quando si ipotizza un’attività criminosa.
È stata rigettata l’eccezione difensiva riguardo ai termini delle indagini preliminari che secondo la difesa si erano allungati contra legem. Decisione adottata dal collegio perché molti reati sono stati commessi nel corso delle indagini e la polizia giudiziaria di volta in volta provvedeva a depositare una nuova denuncia con il registro delle notizie di reato aggiornato regolarmente. I giudici hanno invece accolto l’eccezione sollevata dall’avvocato Amilcare Tana sull’acquisizione dei i verbali di osservazione e pedinamento e controllo compilati dalla Guardia di Finanza nei comitati elettorali ritenendo opportuno che su queste attività siano gli ufficiali di pg a riferire direttamente in aula.
E in aula si tornerà a breve. Non nell’aula bunker ma in Corte d’Assise. L’appuntamento è fissato per il 13 maggio quando saranno sentiti quattro testi. Oltre all’avvocato Sandra Zappatore, nelle vesti di coordinatore generale di Arca Sud Salento (già Istituto Autonomo Case Popolari) e la funzionaria della Regione Puglia Anna Rita Delgiudice, sarà sentito anche Pietro Scatigna, il cittadino leccese che, con la sua denuncia, ha consentito di scoperchiare il pentolone in odor di corruzione nell’assegnazione degli alloggi popolari nel capoluogo salentino.
Le successive udienze sono state fissate per il 10 giugno (sempre in Corte d’Assise); il 26 giugno (nell’aula bunker); il 25 settembre (sempre nell’aula Bunker); il 14 ottobre (in Corte d’Assise) e il 23 ottobre (in aula bunker). Per il 6 maggio, invece, è fissato il conferimento dell’incarico al dottore Maurizio Scalese di trascrivere tutte le intercettazioni. Gli avvocati Riccardo Giannuzzi (difensore insieme al collega Luigi Covella dell’ex assessore al bilancio Attilio Monosi) e il già citato Giuseppe Corleto (per l’ex consigliere comunale Luca Pasqualini, l’unico imputato eccellente presente in aula) hanno già annunciato di voler nominare proprio consulente, l’ingegnere informatica Luigina Quarta; per la Procura, invece, il consulente designato sarà Silverio Greco.