di C.T.
LECCE – Un esposto alla Guardia di Finanza mette in moto le indagini sull’ex dispensario antitubercolare di Lecce, di cui recentemente si è occupato anche in tv Pinuccio, l’inviato di Striscia la Notizia.
Dopo il tg satirico di Canale 5 e l’interesse dello “Sportello dei Diritti”, sul presunto caso di malasanità e spreco di denaro pubblico che vede al centro la struttura di via Miglietta, si sono dunque attivati anche i finanzieri leccesi.
A fare scattare l’inchiesta è stato un nuovo esposto, presentato lo scorso 30 aprile nella caserma di Piazzetta dei Peruzzi da un ex membro della commissione legalità e trasparenza degli appalti pubblici dell’Asl di Lecce, in cui viene chiesto che venga fatta luce sul progetto del restauro dell’ex dispensario (Progetto Donna: Percorso in Rosa – delibera 464 del 9 giugno 2016, per un ammontare di 12 milioni di euro, importo poi ridimensionato a poco più di 9 milioni di euro con la delibera 2599 del 23 novembre 2017).
Un polo medico che doveva essere il “centro per eccellenza” per la donna per la cura e la prevenzione dei tumori femminili, per cui l’Asl – come la stessa riferisce in una nota di replica al servizio di Pinuccio – avrebbe speso poco più di un milione di euro. E che, per varie vicende burocratiche, non è però stato mai aperto al pubblico (risulterebbe ancora privo di collaudo tecnico-amministrativo e ancora incompleto, nonostante l’impiego di finanziamenti europei), “costringendo di fatto l’utenza – si legge nell’esposto – a rivolgersi a strutture private in mancanza di quelle pubbliche”.
Stamattina, nell’ambito dell’inchiesta ora nelle mani del pubblico ministero Alessandro Prontera, le fiamme gialle hanno “visitato” gli uffici dell’Asl in via Miglietta, per visionare la documentazione. L’indagine, appena avviata, è al momento a carico di ignoti.
Nella denuncia, inoltre, si fa riferimento allo spostamento di un mammografo 3D, che recentemente è stato trasferito dall’ex dispensario alla Cittadella della Salute di piazzetta Bottazzi, presso l’ambulatorio di radiologia. Mammografo che ha cambiato destinazione dopo che l’Asl di Brindisi (incaricata dell’accreditamento), lo scorso 28 febbraio 2019 ha chiarito che “la diagnostica senologia con l’utilizzo di un mammografo non dovrebbe poter essere effettuata in un consultorio familiare”, nonostante il progetto prevedesse non un consultorio familiare bensì un centro di prevenzione e cura delle patologie tumorali della sfera femminile.