F.Oli.
LECCE – Al via lo sciopero degli avvocati nel Tribunale di viale De pietro. Da questa mattina fino a venerdì l’avvocatura salentina incrocerà le braccia disertando le udienze. E, in un lunedì praticamente deserto, l’astensione è stata quasi totale, con alcune significative eccezioni come vedremo. La protesta degli avvocati riguarda la riforma dell’istituto della prescrizione. Una “sostanziale eliminazione” si legge in una delibera del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Lecce. L’articolo 159 del Codice penale, nel testo introdotto dalla legge 3/2019 (la cosiddetta legge spazza-corrotti) in vigore dall’1 gennaio 2020 stabilisce che il “corso della prescrizione rimane sospeso dalla pronunzia della sentenza di primo grado o del decreto di condanna fino alla data di esecutività della sentenza che definisce il giudizio o dell’irrevocabilità del decreto di condanna”.
Lo sciopero ha l’obiettivo di portare il Governo a rivedere la norma. L’avvocatura leccese stigmatizza il comportamento del ministro della giustizia Alfonso Bonafede che “continua a rimanere indifferente alle sollecitazioni che da ogni parte continuano a pervenire, di rivedere la norma approvata, mantenendo il fermo proposito di abolire la prescrizione dopo la sentenza di primo grado, tanto da ribadirlo nei giorni scorsi al cospetto di tutti i presidenti degli Ordini e dei massimi rappresentanti dell’avvocatura italiana”. Per i penalisti, però, non sarà così. Tutt’altro: “L’avvocatura è convinta che il grave problema della intollerabile dilatazione dei tempi del processo penale, come di quello civile e delle altre giurisdizioni, possa trovare soluzione solo attraverso l’approvazione di sostanziali riforme processuali concordate con gli avvocati nonché con l’assegnazione al settore giudiziario di adeguate risorse umane ed economiche”. Secondo gli avvocati, la sostanziale soppressione della prescrizione sarebbe lesiva di elementari principi di quità e di civiltà”.
Proprio su questo tema l’ordine degli avvocati e la Camera Penale di Lecce hanno organizzato per venerdì mattina un inconrtro pubblico. L’appuntamento è per le 10 nell’aula magna “Vittorio Aymone” del Tribunale di viale De Pietro. L’incontro, al quale sono stati invitati tutti i parlamentari del territorio, la magistratura e le associazioni forensi, ha l’obiettivo di argomentare le ragioni del “no” degli avvocati alla riforma.
Eppure non tutti i giudici hanno consentito agli avvocati di proclamare lo stato di sciopero. Il Presidente della Corte d’appello Vincenzo Scardia, nel procedimento a carico di Mario Accogli più altri 37 imputati, ha citato la sentenza numero 180 del 2018, con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 2 bis della legge n.146/1990 nella parte in cui consente che il codice di autoregolamentazione delle astensioni dalle udienze degli avvocati prevede l’astensione nei procedimenti e nei processi in relazione ai quali l’imputato si trovi in stato di custodia cautelare interferisca con la disciplina della libertà personale dell’imputato.
Rileva il Presidente: “Il diritto di astensione va esercitato nei modi e nei limiti del codice di autoregolamentazione e dl deliberato di categoria che, nel caso di specie, espressamente ha escluso del novero dei processi per i quali è stata proclamata l’astensione quelli a carico di imputati in custodia cautelare; ritenuto pertanto che l’odierna dichiarazione di astensione dei difensori si colloca al di fuori del perimetro della delibera 30 settembre 2019 e, dunque, del contenuto della proclamazione come comunicata, tra gli altri, al Ministro della Giustizia ed alla Commissione di Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali e si risolverebbe di fatto iin una pluralità di inziative dei singoli difensori non riconducibili all’astensione indetta dall’associazione di categoria.
Pertanto il Presidente ha dichiarato non sussistere i presupposti per l”astensione dei difensori alla partecipazione all’udienza e ha disposto così di andare avanti nell’udienza.