LECCE – Un prestito ottenuto dalla banca, ma con tassi moratori da capogiro. Una vicenda che ha spinto l’istituto bancario sotto la lente di ingrandimento della Procura di Lecce in seguito all’esposto presentato da due coniugi leccesi, protagonisti della causa intentata nei confronti dello stesso istituto, che originariamente gli aveva concesso il credito.
Tassi d’interesse in odor di usura: questa l’accusa mossa nei confronti della Santander Consumer Bank spa, avvalorata dall’esito della consulenza tecnica richiesta nel corso della causa legale che ha classificato la percentuale applicata come “tasso di mora usurario”.
La denuncia, come detto, scaturisce dalla vicenda di una coppia leccese che, dopo aver richiesto ed ottenuto dalla banca in questione un prestito da 30mila euro nel 2012, tre anni dopo tramite il proprio legale, l’avvocato Francesco Toto, ha impugnato di fronte al tribunale civile di Lecce un decreto ingiuntivo inoltrato dallo stesso istituto di credito per il recupero di alcune rate non pagate.
Al centro di tutto quella che i ricorrenti Tra le motivazioni del ricorso veniva evidenziata, per l’appunto, l’usurarietà dei tassi moratori e la mancanza di trasparenza nelle statuizioni contrattuali. Inoltre veniva rilevato che la banca pretendesse “di agire ed ottenere una grossa somma di denaro, gran parte della quale non dovuta”.
L’istituto bancario, dal canto suo, ha a sua volta contestato il ricorso, chiedendo la legittimazione del decreto ingiuntivo emesso. Alla luce di ciò, il giudice del tribunale civile, Marilena Caroppo, ha sospeso il procedimento ingiuntivo, chiedendo una perizia al consulente tecnico d’ufficio, Lucia De Matteis, che, al termine delle analisi e delle verifiche ha dato ragione ai ricorrenti.
La consulente ha infatti rilevato l’applicazione di tassi moratori oltre la soglia (in particolare il Taeg in contratto era superiore a quello realmente praticato dalla banca), accertando “l’usurarietà originaria del contratto, con specifico riferimento al tasso di mora, pattizia e realmente applicata, pari al 457,88%”.
Questo risultato ha fatto sì che il giudice accogliesse l’opposizione della coppia, epurando il credito vantato dalla banca da tutti gli interessi e da tutte le spese che non fossero tasse ed imposte. Il caso di specie ha creato allarme, spingendo le vittime lo scorso 10 ottobre a chiedere l’intervento della Procura, con un esposto, affinchè vengano effettuate tutte le valutazioni penali del caso.
“Ciò ha destato parecchio stupore anche in chi è addetto ai lavori e da anni ormai osserva l’andamento dei tassi moratori e compensativi applicati dalle banche su mutui e finanziamenti – ha dichiarato l’avvocato Francesco Toto – Tutti rimanevano perplessi, avvocati e parti, giudice compreso, che senza indugio conferiva allora nuovo incarico per un più approfondito riesame delle risultanze contabili”.
“Il CTU – spiega il legale – confermava l’assunto ancora una volta: gli interessi moratori e nel complesso il cosiddetto TEG (cioè il tasso effettivo, complessivo applicato a quel contratto dalla banca) era pari al 457,88 % già alla stipula del contratto. Si definisce ‘ab origine’ usurario quel contratto che prevede già alla stipula l’applicazione di una serie di costi denominati in maniera ‘variopinta’, ma che di fatto fanno spiccare verso l’alto i costi che gli ignari consumatori si vedono addebitare dalla banca sul conto corrente se malauguratamente ritardano il pagamento anche di una sola rata”.