ROMA/LECCE – C’è anche don Mauro Carlino, monsignore leccese recentemente nominato capo dell’ufficio informazione e documentazione, tra i cinque dirigenti del Vaticano indagati per alcune presunte operazioni finanziarie irregolari nella Santa Sede, che riguarderebbero compravendite immobiliari milionarie all’estero, nello specifico di alcuni immobili di pregio a Londra.
Oltre al monsignore salentino, che continuerà a risiedere presso la Domus Sanctae Marthae, tra gli indagati figurano i due dirigenti apicali degli uffici della Segreteria, Vincenzo Mauriello e Fabrizio Tirabassi, l’addetta all’amministrazione Caterina Sansone e il direttore dell’Aif Tommaso Di Ruzza. Tutti sono stati sospesi cautelativamente dal servizio.
Sotto la lente degli investigatori sarebbero finiti – stando a quanto rivelato dall’Espresso – flussi finanziari dei conti su cui transita l’Obolo di San Pietro, ossia le offerte di denaro fatte dai fedeli e inviate al Papa, per essere redistribuite a sostegno della missione della Chiesa e delle opere di carità.
Le denunce fatte dallo Ior e dal Revisore generale interesserebbero un arco temporale recente, quando gli uffici messi nel mirino della magistratura, quelli della Prima Sezione “Affari Generali” della Segreteria di Stato erano guidati da monsignor Angelo Becciu, ex sostituto diventato pochi mesi fa prefetto per la Congregazione delle Cause dei Santi e cardinale. Monsignor Carlino, appena sospeso da ogni funzione, è stato per anni il segretario personale del porporato.
Sulla vicenda è intervenuta anche la Curia di Lecce, che in un comunicato stampa ripone “totale fiducia nell’attività d’indagine della magistratura competente e nell’attesa di ulteriori sviluppi che, ci si augura, presto faranno piena luce sui fatti contestati, s’innalza la preghiera della Chiesa di Lecce e del suo pastore affinché venga dimostrata la sua estraneità ai fatti, in modo che don Mauro riacquisti la pace interiore indispensabile per continuare a svolgere serenamente il suo ministero sacerdotale”.