LECCE – La gara di domenica del Lecce ha lasciato in dote un altro pareggio, il quarto consecutivo, dopo quelli contro Milan, Juventus e Samp. La rete all’85’ di Berardi ha tolto nei minuti finali, proprio come ha fatto quella di Gaston Ramirez mercoledì scorso, due punti dalla classifica dei giallorossi. Una classifica che si accorcia sempre di più dopo la vittoria di ieri sera della Sampdoria a Ferrara contro la Spal. Sei squadre in appena tre punti raccontano di una lotta per la salvezza che quest’anno sarà incerta sino all’ultimo. Ecco quindi che, oltre l’idea di gioco voluta da Liverani e riportata in campo dai suoi ragazzi, per evitare che si perdano altri punti come quelli contro Sampdoria e Sassuolo, è necessario chiudere le partite prima.
Ovviamente viene da sé il fattore concentrazione che deve portare a evitare ingenuità come quelle di Tachtsidis contro la Samp o errori tecnici difensivi come quello di Lucioni contro il Sassuolo. Le partite però vanno messe in cassaforte, l’avversario non dev’essere tenuto in vita, perché in Serie A, ogni squadra, ha i mezzi per tornare prepotentemente in gioco. Devono essere i giocatori più rappresentativi a prendersi la squadra sulle spalle e mettere in ghiaccio la vittoria; fattore che al momento sta mancando ai giallorossi. Domenica proprio uno di questi, si è finalmente sbloccato realizzando il suo primo gol nella massima serie. Un gol per nulla banale, una punizione pennellata ad arte che Pippo Falco ha voluto regalarsi, e regalare, al Via del Mare. Proprio Falco però, a mio modesto avviso, è uno di quei giocatori che sta continuando a rendere largamente al di sotto delle sue potenzialità, che non sono affatto poche. Ha iniziato questo campionato facendo parlare di sé grazie ai suoi dribbling ubriacanti e le sue giocate da campione vero, o meglio semivero. Che abbia le stimmate del fuoriclasse è palese a tutti, ma che non abbia ancora quella cattiveria necessaria per diventarlo, è un difetto che continua a portarsi dietro. Da un calciatore con le sue doti tecniche ci si aspetta che riesca a trovare in ogni partita la giocata per fare veramente male all’avversario: un assist, un rigore procurato puntando forte l’avversario dentro l’area di rigore, un gol.
Pippo, invece, ha la faccia del bravo ragazzo, regala giocate da applausi sulla trequarti liberandosi egregiamente anche di una marcatura triplicata, ma poi scarica per Mancosu, o premia l’inserimento interno di Petriccione o la sovrapposizione di Meccariello. Quando andrà finalmente in picchiata verso l’area di rigore per predare l’avversario? Il volo del Falco è ancora troppo incerto per consentirgli il definitivo salto di qualità. Il ragazzo di Pulsano ormai ha 27 anni e deve finalmente diventare il campione che le sue doti tecniche lo possono portare ad essere, ma deve trovare dentro di sé quella fame agonistica per determinare le partite con cattiveria e risolutezza. Fame che non manca mai all’altro uomo copertina, quel Gianluca Lapadula che, dopo partite fatte solo di lavoro sporco al servizio della squadra, sta finalmente raccogliendo i frutti di tanto sacrificio. Dall’inizio della stagione, William Wallace, idolo e soprannome dell’attaccante italo peruviano, si è guadagnato la pagnotta correndo da una parte all’altra del campo in fase di non possesso.
Nelle prime partite la gamba non era ancora brillante e così, Lapadula, ha messo a disposizione della squadra la sua grinta per diventare il primo difensore e per guadagnarsi preziosissime punizioni come contro la Juventus, indispensabile per interrompere l’assedio bianconero. Poi, contro la Samp, la giocata dell’attaccante di razza: stop di petto spalle alla porta per l’accorrente Shakov, uno-due suggerito al compagno bulgaro e palla all’angolino alle spalle del portiere blucerchiato. Dopo la rete di mercoledì, la replica con il Sassuolo di domenica, descrive ancora meglio le doti da killer d’area di rigore di William Wallace. Filippo e Gianluca, il Falco e William Wallace, due giocatori che possono, e devono, trascinare il Lecce nei momenti importanti delle partite, con la speranza che il primo inizi definitivamente a volare in picchiata e il secondo non smetta mai di combattere in campo.