di C.T.
LECCE – Spiagge e distanziamento sociale, ma non in mare, in attesa che si scopra il vaccino per il Covid-19 e si possa finalmente uscire dall’incubo pandemia. Ma per il virologo Giulio Tarro il vaccino non è indispensabile per guarire, perché il plasma dei guariti potrebbe neutralizzare il virus nell’arco di soli due giorni.
Professor Tarro, per uscire dall’emergenza sanitaria si attende il vaccino. C’è il rischio che non serva a nulla? Come si può guarire dal Covid-19?
“Per il vaccino ci vorrano 18 mesi. Prima di poterlo vendere, lo devono produrre. E dovrà essere sicuro, valutato dai comitati etici. Pensiamo però a quale è il fine del vaccino: produrre gli anticorpi per il virus. Gli anticorpi si trovano già nei soggetti guariti e si possono utilizzare per curare i soggetti affetti da una forma grave di malattia. Secondo lavori scientifici già pubblicati, bastano 200 ml di plasma del soggetto guarito per neutralizzare il virus in 48 ore. Una specie di trasfusione, ma legata soltanto al plasma: con il sangue dei guariti si curano i malati. In alcuni ospedali ciò avviene già, come a Mantova, Pavia e Salerno. E presto anche a Pisa”.
Però intanto si attende il vaccino, che dovranno poi effettuare tutti. Quali sono gli interessi in gioco?
“Gli interessi sono quelli delle case farmaceutiche, è ovvio. Il vaccino interessa soltanto a loro: se bastano 200 ml di plasma del guarito per debellare il virus, perché continuare ad inseguire il vaccino se non per interessi economici?”
Arriveremo a scoprire tutta la verità sul Covid-19?
“Penso di si. Siamo arrivati alla verità sulla prima Sars, anche se in ritardo, ci siamo arrivati anche per la seconda Sars. Ci arriveremo anche per questa: in Cina la pandemia è finita, i nuovi casi cinesi riguardano tutta gente che viene da fuori”.
L’Italia in poche settimane è divenuta produttrice di mascherine, quanto servono realmente?
“Ora che le produciamo, sono diventate obbligatorie per tutti. I cinesi le hanno utilizzate e, quando sono venuti in Lombardia, si sono meravigliati perché molta gente non le indossava. Loro le hanno portate anche durante l’epidemia, ora invece hanno iniziato a non indossarla più, se non in determinate situazioni. Ci hanno dato delle direttive da seguire, per quando usarla e quando no: se uno ha molta tosse o starnutisce allora la indossa. E così fanno tutti gli altri che gli sono attorno”.