La fine del girone di andata per i tifosi è ancora un ricordo nitido, il Lecce faceva fatica, tanta, e nell’aria si respirava quel pessimismo che non serviva alla squadra, fino a una conferenza stampa del presidente Sticchi Damiani in cui aveva cercato di ricordare che è importante restare uniti: squadra, tifosi, società e scommettere nell’impresa; impresa in cui lui ci credeva “Altre volte mi hanno detto che ero troppo ottimista, ma poi gli eventi mi hanno dato ragione. E anche questa volta io ho sensazione che ce la faremo”.
Dopo mercato di riparazione tutto sembrava vertere nel verso giusto, in particolare gli innesti Barak e Saponara avevano dato al Lecce un nuovo volto, aiutando anche i compagni ad esprimersi al meglio. La squadra aveva acquisito in qualità ma non solo, c’era quella “sana competizione per aggiudicarsi un posto da titolare” così come spesso nelle conferenze aveva spiegato Liverani; una competizione che impediva ai giocatori di adagiarsi sugli allori e che stimolava tutti a dare sempre il massimo durante gli allenamenti e in campo.
Il primo miracolo, con una squadra senza una rosa in grado di garantire questa competitività insieme alla possibilità compiere scelte tecniche diverse, è stato quello di chiudere il girone di andata con 14 punti.
Quello che bisognerebbe chiedere oggi al mister è un altro miracolo. Difficile? Non lo sarebbe, o non lo sarebbe stato, se i giocatori tutti non avessero “per un motivo o per un altro – ha dichiarato Liverani nel dopo partita – trascurato gli allenamenti in questi due mesi”
Non è un tentativo di usare l’indice verso nessuno, il Lecce è un bel gruppo, nel collettivo trova la forza e vuole salvarsi; ma quello che dichiara l’allenatore è un dato di fatto, parlano i muscoli durante gli allenamenti. E anche contro il Milan ieri il Lecce ha dovuto fare i conti con delle assenze che hanno pesato sulle scelte tecniche. E poi ci sono state le assenze mentali di chi era in campo, che forse hanno pesato anche di più.
Il capitano Marco Mancosu, autore del goal su rigore che per una manciata di secondi ha fatto sperare di poter conquistare almeno un punto (che contro il Milan sarebbe stato un successo), spiega
“Avevamo avuto la fortuna di aver trovato l’episodio su rigore e purtroppo non è durato neanche un minuto. Dobbiamo stare un po’ più attenti, dobbiamo essere un po’ più furbi. A queste squadre non bisogna concedere nulla”
Il calcio, si sa, è fatto di episodi che si rivelano determinanti per l’andamento della gara. Dopo il primo gol incassato, il Lecce ha reagito segnando una rete poi annullata a Meccarello per fuorigioco, si è dimostrato caparbio e anche l’ingresso di Babacar (in campo per Lapadula infortunato, per lui nelle prossime ore si conoscerà l’entità del problema alla caviglia) stava facendo vivere alla squadra un buon momento; fino al rigore trasformato dal dischetto dallo stesso Mancosu, poi il crollo. Ma cosa è successo al Lecce?
“Abbiamo risentito di tantissime assenze che purtroppo ci hanno pesato, non ci giriamo intorno – spiega il capitano – sicuramente per la qualità dell’allenamento, perché a oggi è bassa, perché non riusciamo ad allenarci tutti. E’ un problema che avevamo avuto anche a dicembre. Con l’inizio di gennaio era andata meglio, però ora è così, speriamo di recuperare persone e cominciare a star meglio fisicamente”
La salvezza va conquistata partita dopo partita, servono altri 15 punti (anche 16) e mancano 11 partite, il momento è difficile, venerdì c’è la Juve, ma guai a fasciarsi la testa prima di rompersela
“Dobbiamo pensare positivo, però ovviamente avrei voluto fare qualche punticino e arrivarci (alla partita con la Juve ndr) più tranquilli. Ma è andata così”
Un gol nello stadio vuoto
“Segnare nello stadio vuoto non è stato bello. Si sentono tutte le voci allo stadio e a me invece piace sentire i tifosi, è stato veramente strano, non lo so spiegare”