SALENTO – “Su Tessitura del Salento è ora di giocare a carte scoperte: ci sono 117 lavoratori che attendono risposte e, arrivati a questo punto, non è più possibile procrastinare.
In questi giorni si è tenuta la riunione della task force regionale cui hanno preso parte azienda e sindacati, e da cui è emerso un sostanziale stato di incertezza sul futuro del sito di Melpignano. Il che è inaccettabile da parte di un’azienda che dal 2006 a oggi ha ricevuto oltre 6 milioni di finanziamenti pubblici dalla Regione Puglia”. Lo dichiara il Consigliere regionale Pd, Sergio Blasi.
“Secondo quanto fanno sapere i sindacati – dice Blasi – Tessitura del Salento è oggi in grado di garantire la tenuta degli attuali livelli occupazionali fino al 31 dicembre prossimo, ma solo grazie agli ammortizzatori sociali, che nel caso specifico sono il contratto di solidarietà e la cassa integrazione per Covid-19 (il 6 luglio verranno chieste ulteriori 4 settimane). Il che garantirebbe ai lavoratori un sostegno al reddito fino al prossimo aprile, poi nulla più. Io credo però che i lavoratori e tutti i contribuenti pugliesi meritino più rispetto. E’ necessario che Tessitura del Salento presenti al più presto un piano industriale serio, in grado di definire un futuro chiaro, da cui emergano gli obiettivi dell’azienda.
Un piano che dia certezze occupazionali attraverso nuove quote di mercato, anche locali, in grado di aprire la strada a commesse autonome rispetto a quelle fin qui intercettate dalla holding del gruppo Canepa (con sede a Como), di cui Tessitura del Salento fa parte. Intanto, il primo obiettivo concreto, è il pagamento delle 13esime del 2019, che l’azienda si è impegnata a erogare in un’unica soluzione entro il mese di luglio. Il che la dice lunga sulle discutibili scelte aziendali messe in campo da Tessiture del Salento ben prima che l’emergenza sanitaria da Covid-19 aggravasse la situazione.
Insomma, da tutto ciò si deduce che c’è un problema nella gestione dell’azienda e non nel mercato. Anche perché il mercato del lusso a cui Tessitura del Salento e Canepa afferiscono non attraversa una crisi strutturale così rilevante. Si tratta, semmai, di saperlo conquistare, il mercato. Di certo – conclude il Consigliere – c’è che non è più accettabile fare impresa rastrellando risorse pubbliche per poi sparire”.