LECCE – Si era invaghito di una donna arrivando persino a molestarla dal carcere. Yari Castelluzzo, 35enne leccese, è stato condannato a 5 anni di reclusione al termine del processo di primo grado. La sentenza è stata emessa dai giudici della prima sezione penale (presidente Fabrizio Malagnino) che ha livellato verso il basso la richiesta di 16 anni e 2 mesi invocata dal pubblico ministero Luigi Mastroniani. L’uomo è sempre detenuto dalla metà di febbraio del 2020 quando venne arrestato dagli agenti della Squadra mobile di Lecce con un’ordinanza disposta dal gip Simona Panzera e richiesta dall’allora pm Stefania Mininni (ora in servizio presso la Procura dei Minori). L’imputato era accusato di violenza sessuale, violenza privata, stalking, minacce gravi, tentata estorsione, danneggiamento a seguito di incendio a partire dall’estate del 2018.
In quel periodo, Castelluzzo era domiciliato nello stesso condominio in cui risiedevano anche due donne. Di una delle due il giovane si era invaghito arrivando a molestarla in più occasioni. Respinto, sarebbe arrivato persino ad accusare la coinquilina della donna come responsabile di un amore non corrisposto. E per far vedere che le sue intenzioni fosse estremamente chiaro avrebbe esibito persino dei coltelli per intimorire le due amiche. Il giovane, però, non si è fermato. Fermato e accompagnato in carcere per altri reati, Castelluzzo non avrebbe alzato bandiera bianca. Direttamente da una cella ha continuato a scrivere delle lettere alla sua “amata” a cui confidava i suoi sentimenti; dall’altra la minacciava perché veniva respinto. Le due amiche, (che non si sono costituite parte civile), hanno dovuto persino cambiare domicilio. Ma non appena il 35nne è tornato in libertà, è riuscito a rintracciarle facendo ripiombare le due donne in uno stato di paura e terrore.
Le ha inseguite per le vie di Lecce in sella ad uno scooter mentre in un’altra occasione si sarebbe avvicinato ad una delle due baciandola contro la sua volontà. E quando si è trasferito nel centro storico di Lecce non avrebbe risparmiato neppure i suoi vicini con cui si sarebbe reso protagonista di continui litigi. E sempre per futili motivi. Nel corso di uno di questi battibecchi ha minacciato diversi residenti ed è arrivato ad appiccare un incendio in centro ai danni dell’auto di una donna a giugno del 2020 con le fiamme che si sono poi propagate su altri tre mezzi.
Non soddisfatto dei danni già combinati avrebbe persino estorto del denaro al marito della proprietaria dell’auto garantendo protezione da altri episodi violenti: “Solo per farti capire con chi stai parlando…tu devi ringraziare Dio che hai una santa moglie al tuo fianco…che io conosco gente che ti fa sparire…che sposta 100 chili di coca…conosco gente che ti butta in un posso”. A seguito di una serie di denunce, immagini (e video che hanno ripreso anche gli indumenti indossati al momento degli episodi) in possesso degli investigatori della squadra mobile, per Castelluzzo a febbraio del 2020 si sono riaperte le porte del carcere di Lecce. Oggi la condanna. Sessanta giorni, invece, per il deposito delle motivazioni. Subito dopo l’avvocato Mario ingrosso potrà impugnare la sentenza in Appello.