MAGLIE (Lecce) – Sconto di pena per l’omicida reo confesso di Mattia Capocelli, il 24enne di Maglie, ucciso nella notte tra il 24 e il 25 aprile del 2019 nei pressi di un fast food della cittadina salentina in un regolamento di conti per il controllo del mercato della droga. Davanti ai giudici della Corte d’assise d’appello, il sostituto procuratore generale Salvatore Cosentino, infatti, ha chiesto una riduzione da 19 a 16 anni di reclusione per Simone Paiano, 28enne di Maglie, con il riconoscimento dell’attenuante della provocazione equivalente alla recidiva. Dopo aver firmato la sentenza di morte con il piombo, il killer sigillò le nuove gerarchie nella criminalità annunciando a gran voce: “Da questo momento, qui comando io”. Le indagini, però, in breve consentirono di identificare e di arrestare il sicario e i carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Maglie, guidati dal tenente Gaetano Piazza, bloccarono sul nascere una possibile faida fra bande nella cittadina di Maglie.
Il delitto si consumò dopo una rissa. In particolare Andrea Paiano, fratello di Simone, era stato preso in ostaggio da un gruppetto di rivali. Chiamò per due volte il fratello Simone il quale arrivò in via Don Luigi Sturzo armato di pistola. Ma prima di sparare, questo ha raccontato l’inchiesta, ci sarebbe stata anche una colluttazione. Con tanto di colpi di machete e coltellate. I due fratelli rimasero anche feriti così come confermato da una successiva consulenza medico legale. Ed effettivamente nel capo d’imputazione come motivazione all’accusa di omicidio la Procura aveva evidenziato non solo la gestione dello spaccio ma anche il tentativo dell’imputato di salvaguardare l’incolumità dei propri congiunti che, però, non è stata riconosciuta alla stregua di un’attenuante. Paiano aprì il fuoco. Esplose a bruciapelo un colpo di pistola semiautomatica calibro 6.35 contro il 24enne ferito mortalmente alla gola. Per il giovane, nonostante una rapida corsa in ospedale, non ci fu nulla da fare.
Da quel fatto di sangue (un omicidio a Maglie non si verificava da anni) si è sviluppata un’indagine che ha consentito di chiudere il cerchio non solo sull’omicida ma anche sui presenti sequestratori del fratello dell’assassino, ritenuti esponenti della criminalità magliese: Salvatore Maraschio, 28 anni; Marco Cananiello, di 23 e Andrea Marsella, di 30, tutti di Maglie e condannati in abbreviato a 1 anno, 5 mesi e 10 giorni. Per loro il sostituto procuratore generale ha chiesto la derubricazione del reato di sequestro di persona in violenza privata e l’esclusione dell’aggravante della minorata difesa. Chiesta, invece, la conferma della condanna a 1 anno di reclusione per Domenico Tunno, 34enne, di Maglie, accusato di favoreggiamento personale. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Amilcare Tana; Dimitry Conte; Luigi Corvaglia; Giuseppe Presicce; Simone Viva; Mario Blandolino e Alessandra Luchina. In primo grado il gup Marcello Rizzo aveva disposto un risarcimento in via equitativa per i genitori, il padre Luciano Capocelli e la madre Grazia Piccinno, con l’avvocato Alberto Corvaglia, e il fratello Armando con l’avvocato Arcangelo Corvaglia.