LECCE – Sventata un’organizzazione internazionale dedita al contrabbando di sigarette, alcolici e anche prodotti energetici.
C’è anche un salentino tra i 28 indagati, destinatari delle misure di custodia cautelare notificate a partire dalle prime luci dell’alba dalle fiamme gialle trentine. Si tratta di Massimiliano Chetta, 54enne di Taviano, un volto già noto alle forze dell’ordine. L’uomo è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dalla Procura di Trento, alla luce delle indagini realizzate dalla guardia di finanza trentina.
L’operazione, denominata “Melita”, ha permesso di infliggere un duro colpo nei confronti di un agguerrito network, articolato in cinque gruppi interconnessi, composto prevalentemente da soggetti di nazionalità italiana, rumena, moldava, ucraina, greca e maltese, dedito al contrabbando internazionale di sigarette, prodotti energetici e alcolici con importanti ramificazioni in Slovenia, Germania, Belgio, Inghilterra, Olanda, Polonia, Francia, Bulgaria e Grecia, paesi da e verso i quali veniva importata/esportata la merce di contrabbando.
In totale 28 sono gli arrestati, 20 dei quali fermati tra le province di Bari, Roma, Trieste, Latina, Napoli, Campobasso, Caserta, Perugia, Lecce, La Spezia, Massa Carrara, Isernia, Alessandria, Treviso e Venezia e i restanti 8 all’estero (tra Croazia, Belgio, Moldavia, Inghilterra, Germania e Bulgaria), che sono destinatari di apposito mandato di arresto europeo (M.A.E.) e mandato di cattura internazionale. Le catture di quest’oggi si vanno ad aggiungere ai due arresti in flagranza compiuti nel corso delle indagini.
Le indagini hanno preso il via nel 2018, in seguito al monitoraggio di alcuni autoarticolati in transito presso il valico del Brennero e sono state condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziario di Trento, con il supporto dello S.C.I.C.O. di Roma, sotto la direzione della Procura Distrettuale di Trento.
Grazie all’ausilio di sofisticate strumentazioni tecniche utili a scoprire doppifondi o carichi di copertura dei mezzi, e ricorrendo all’aiuto di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, le fiamme gialle sono riuscite a fare luce su un fiorente traffico illecito di prodotti di contrabbando provenienti da numerosi paesi europei (in particolare Slovenia e Germania) trasportati a bordo di autoarticolati, pullman, furgoni e anche singole autovetture spesso dotati vani nascosti o accompagnati da carichi di merce di copertura, che giungevano in Italia anche dai valichi di Prato La Drava, Tarvisio e Trieste oltre che dal Brennero.
Attraverso vari stratagemmi, riuscivano a aggirare i controlli per portare a termine l’import/export illecito. Tra questi, oltre all’utilizzo di mezzi appositamente modificati, anche l’utilizzo di documentazione fittizia predisposta ad hoc, tra cui i documenti T1, per il transito comunitario destinato a paesi extra UE, e le dichiarazioni di esportazione. A questi si aggiunge anche l’apertura di depositi fiscali utili a stoccare fittiziamente i carichi di alcolici, in sospensione di imposta, provenienti da fornitori UE e destinati in realtà al mercato clandestino europeo.
Gli investigatori hanno rilevato anche il coinvolgimento di una distilleria con sede in Trentino che ha tentato di contrabbandare un ingente quantitativo di prodotti alcolici in evasione dei diritti doganali, tramite il trasferimento fraudolento di due carichi di vodka (39.960 bottiglie), sequestrati a Verona a marzo del 2019.
Nel corso delle indagini si è rivelata preziosa la cooperazione fornita dalle polizie estere dei vari paesi coinvolti, attivate attraverso lo strumento della cooperazione internazionale giudiziaria, nonché il coordinamento effettuato dalla D.N.A.A. a seguito delle numerose convergenze con altre Procure Distrettuali (in particolare le D.D.A. di Bari, Napoli e Trieste).
All’esito delle investigazioni, sulla base degli elementi probatori allo stato raccolti, è stata segnalata all’A.G. trentina la posizione di 115 soggetti (di nazionalità italiana, rumena, moldava, ucraina greca, maltese), fra i quali ci sono i 28 arrestati, indiziati a vario titolo – tra le altre cose – di associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri, sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici e sulle bevande alcoliche, il tutto con l’aggravante del reato transnazionale.
Fra questi, cinque indagati sono stati, altresì, segnalati alle competenti Procure della Repubblica quali indebiti richiedenti e percettori del reddito di cittadinanza.
I finanzieri trentini hanno anche ricostruito l’ammontare dei tributi evasi (accise, diritti doganali e altre imposte dovute) pari a 27.268.161,36 di euro, nonché l’avvenuta immissione in consumo di ulteriori 160 tonnellate di t.l.e. e di oltre 16 milioni di litri di prodotti alcolici.