Il noto problema della Xylella, che profondamente continua a devastare il territorio pugliese, ma soprattutto quello salentino, dal punto di vista ambientale, culturale ed economico sta trovando, forse, soluzione.
Sta prendendo sempre più forza un progetto portato avanti da un gruppo di agricoltori, di aziende salentine e di semplici cittadini che ha dato vita a un’associazione che prende il nome di “OlivaMi” e che promuove l’adozione, anche a distanza, di alberi di ulivo.
Il caso studio di successo è stato affrontato e discusso nell’ambito delle lezioni di Geografia economica tenute dal professor Marco Sponziello dell’Unisalento con gli studenti del Terzo anno di Scienze politiche.
Gli allievi hanno avuto l’opportunità di recarsi sui campi coltivati a uliveto ripiantato secondo le nuove varietà Favolosa e Leccino, che sembrano essere tolleranti/resistenti al batterio.
Sono stati intervistati alcuni degli attori principali che quotidianamente si impegnano a soddisfare le richieste di chi, turista o semplice cittadino o visitatore, e comunque sensibile alla tematica, ha deciso di adottare un piccola piantina di olivo che nel tempo crescerà, riscattandosi e riscattando la propria terra.
Il dottore agronomo Gianfranco D’Amico che svolge volontariamente il suo ruolo all’interno dell’Associazione ha spiegato agli studenti di come l’idea sia nata e di come si sia evoluta velocemente: “Nel giro di qualche mese, partiti con qualche decina di adozioni, siamo arrivati a dover soddisfare richieste che superano oggi le 9000 unità. Stiamo cercando di implementare la struttura, aumentare le terre a disposizione, cercando di trovare anche la forma che ci permetta di soddisfare tutte le adozioni e i nuovi impianti”.
Il metodo prevede che a colui che adotta sarà garantito un quantitativo minimo annuale di olio, fotografie che ritraggono la crescita dell’albero, la rendicontazione della quantità di CO2 assorbita e altre iniziative che coinvolgono il sostenitore.
Stefano Presicce, in qualità di socio dell’associazione e con funzioni di consulente agricolo e commerciale, ha fatto visionare agli studenti come l’oliva raccolta venga trasformata in olio e di quali siano le procedure di confezionamento. Inoltre, spiega ancora Presicce “le aziende che adottano più piante lo fanno come segno di distinzione per dimostrare una propria attività di sostenibilità verso l’ambiente e creano dei veri e propri giardini di ulivo. L’associazione come distintivo di questa scelta encomiabile, regala delle targhe, ricavate da vecchi tronchi di arbusti di ulivi, che vengono poi piantate nei giardini adottati”.
“Economia del territorio, sostenibilità, marketing territoriale, il fascino di un territorio nuovamente rigenerato dalle piantine adottate, di colore verdissimo, sono stati i protagonisti pratici e teorici dell’esperienza che abbiamo vissuto insieme agli allievi dell’Unisalento” dice il Prof. Sponziello “esperienza che ha riacceso in noi visitatori la speranza di vedere rinascere, in tempi relativamente brevi, l’identità autoctona della nostra terra, in coloro che oggi studenti, domani saranno i protagonisti e i manager del proprio futuro e di quello della Puglia e del Salento”.
Adozione di ulivi, rigenerazione e riscatto del territorio: l’associazione “OlivaMi” incontra gli studenti dell’Università del Salento
di Giovanna Quarta
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