PUGLIA – Il Pd continua a perdere pezzi: con Fabiano Amati se ne va uno dei più duri oppositori del governatore Emiliano. Per lui non c’erano più spazi e alla fine ha scelto Calenda. La spaccatura di Azione ha portato via uomini e voti, ma la contromossa è quella di ricucire con i pentastellati e di fondersi con gli ex dem di di Articolo Uno. Dunque, la fase congressuale del Pd sarà segnata anche da alcuni “ritorni a casa”: il consigliere regionale Pier Luigi Lopalco, il segretario provinciale leccese Gabriele Abaterusso e Salvatore Piconese (ex rappresentati della maggioranza dem), con tutta la loro squadra, si preparano alla fusione con il nuovo partito che dovrebbe emergere dal congresso dem, ma chiedono garanzie.
LA RICHIESTA DI ARTICOLO UNO
“La scelta del Pd di avviare un percorso costituente ‘aperto’ alle forze democratiche e progressiste del paese è un fatto coraggioso e positivo – spiegano dalla segreteria di Articolo Uno – Meno coraggioso e positivo è, dal nostro punto di vista, celebrare, contemporaneamente al processo in corso a livello nazionale, i congressi regionali, provinciali e di circolo per il rinnovo degli organismi dirigenti.
Una scelta che sorprende e ha l’amaro sapore di una beffa ai danni di chi, come noi di Articolo Uno, ha scelto convintamente di stare in questo processo di cambiamento per avviare una discussione aperta, larga e profonda sui valori, i contenuti e il contenitore a cui si vuole puntare e ridare al paese una nuova sinistra democratica, progressista e del lavoro.
Al Pd diciamo: è il momento della responsabilità, non di vecchie logiche viste ampiamente in azione in passato. Se si ha l’ambizione di cambiare, lo si dimostri nei fatti e noi ci saremo. Ma assumere comportamenti equivoci vuol dire solo non aver compreso né la portata della sconfitta del 25 settembre né tantomeno il profondo malessere di iscritti, elettori e simpatizzanti. Serve un cambio di passo. Ed è quello che chiederemo nelle prossime ore inviando, a nome della Segreteria regionale, ad Enrico Letta e Roberto Speranza, garanti del questo percorso costituente, un documento per chiedere l’immediata sospensione di tutti i congressi territoriali. Solo così potrà esserci un nostro ingresso vero e convinto. È necessario, inoltre, avviare in Puglia il processo costituente, affinché possano nascere, al più presto, in ogni provincia i “comitati territoriali” per la Costituente della Sinistra”.
L’ADDIO E LA SFIDA DEI DISSIDENTI
Il Commissario regionale di Azione Fabiano Amati e i Consiglieri regionali Sergio Clemente e Ruggiero Mennea lanciano la loro sfida al Pd e a Michele Emiliano:
“Il Presidente Emiliano, aiutato dal rumore dei suoi giannizzeri, non ci vuole in maggioranza. Ha ragione, perché noi gli ricordiamo, con petulanza, che è stato lui ad abbandonare il programma elettorale che lo rese maggioranza. E questo abbandono è purtroppo avvenuto sui dolori delle persone e non sulle sue solite manfrine di potere, giocando a soldatini con i vari gruppi politici e approfittando del buon appetito su posti e strapuntini.
E noi allora lo accontenteremo, staremo all’opposizione del suo far poco e niente, lavorando ancora di più di prima e mettendoci senza alcuna remora e timidezza in sintonia con la maggioranza dei cittadini che votarono a noi tutti e al Presidente Emiliano.
Governare è un luogo ben diverso da quello in cui ci si occupa di posizionamento politicista, organizzando o sventando complotti. E noi vogliamo presidiare quel luogo, fatto di concretezza e realtà, e in quel luogo aspettiamo tutti i colleghi che sia pur in silenzio sono costretti a sopportare il trionfo di questioni senza senso e soprattutto senza futuro.
In questi anni gli unici sussulti di maggioranza e di governo sono venuti dalle nostre iniziative legislative e amministrative, facendoci diventare eccellenza italiana. Screening infantili per diagnosi precoce di malattie gravissime per salvare la vita ai bambini; sequenziamento dell’esoma per diagnosticare l’85% delle malattie rare dall’1% del DNA; test genetici gratuiti per carcinoma mammario e tumore al colon-retto; obbligo vaccinale; compensazioni per gasdotto finalizzate al risparmio in bolletta; provvedimenti di aiuto all’edilizia e molti altri provvedimenti più settoriali, a cominciare dalla lotta senza risparmio alla malagestione ARPAL invece ignorata da Emiliano, con sospetto di complicità.
Da dove sono venute queste iniziative coerenti con il mandato elettorale ricevuto dai cittadini? Dal Presidente Emiliano? Dai suoi giannizzeri? Non mi pare. Sono venute dalla nostra iniziativa, sostenuta dall’intero Consiglio regionale.
In buona sostanza, l’intero Consiglio regionale si è trasformato in maggioranza di governo per supplire i deficit del Governo di Emiliano.
Staremo dunque all’opposizione di chi non vuole rispettare il programma elettorale e il mandato ricevuto dai cittadini. Di chi non vuole, per esempio, mettere fine alle scene di dolore in fila dinanzi ai CUP, evitando di portare in Consiglio regionale una proposta di legge finalizzata a far rispettare la legge statale, sospendendo l’attività a pagamento in caso di disallineamento nei tempi d’attesa. A proposito: ricordo male, ma era nel programma elettorale il rispetto delle leggi? Quando chiediamo il rispetto delle leggi, comprese quelle sulle modalità più accorte di usare i fondi pubblici in materia di sanità, ospedale in Fiera, spese della Protezione civile e dell’economato, siamo da considerare all’opposizione o in maggioranza? Questo chiediamo al Presidente Emiliano e pure ai suoi rumorosi giannizzeri; una schiera di persone fedeli per ricambiare la benevolenza e per questo già con la valigia in mano per raggiungere nuove fedeltà e nuove benevolenze”.
LA REPLICA DEL COMMISSARIO PER IL CONGRESSO PD, FRANCESCO BOCCIA
“Che Calenda interpretasse la politica come mercimonio è noto da tempo ed è sempre più evidente che sentendosi una sorta di Giovanni delle Bande Nere, quando scopre sui territori di essere solo un piccolo mercenario dei Parioli, perde la pazienza e somma agli insulti quotidiani la falsificazione della realtà – attacca Francesco Boccia, senatore PD e responsabile Regioni e Enti locali della Segreteria nazionale – Vorremmo ricordargli che la Puglia, che dice di essere stata frenata in questi anni, è la Regione del sud cresciuta più della media italiana e anche nel primo semestre 2022 la Puglia è al +5,6% di Pil con l’Italia del draghismo spinto, a cui il leader dei Parioli si ispira, che è al 3,4%. Almeno per questo dovrebbe avere l’intelligenza di non toccare temi come la crescita o lo sviluppo. Chiarito il minimo sindacale di verità, gli ricordiamo che se pensa con i suoi ‘compagni di ventura’, un piccolo esercito di mercenari con i nuovi arruolati in Puglia freschi di cambio di casacca, di cambiare il corso delle decisioni degli elettori si sbaglia di grosso. In Puglia due anni fa abbiamo vinto le elezioni nettamente e con Azione non pervenuta. Completeremo il lavoro iniziato nel 2020 nel 2025, come da mandato popolare, nonostante le sue incursioni. Se oggi pensa di entrare in Consiglio attraverso i mercenari deve sapere che la porta della maggioranza è sbarrata. L’alleanza di centrosinistra è autosufficiente grazie al voto degli elettori pugliesi e porteremo avanti con maggior determinazione le politiche di innovazione, quelle di sviluppo sostenibile e la lotta alle diseguaglianze che faranno crescere ancora di più la Puglia, nonostante le speranze nefaste di Calenda. Poi, quando vorrà confrontarsi davvero sulla storia dell’Ilva e della città sa dove trovarci: tra la gente a Taranto, in piazza e per strada, come sempre è accaduto da quando la città prima nel 2006 con il dissesto e poi nel 2012 con le inchieste giudiziarie sui reati ambientali, e le conseguenze industriali, ha sempre e solo trovato dalla propria parte la politica dalla schiena dritta, che non piega la testa di fronte agli interessi di pochi”.