“Mi farò tutto a tutti per guadagnare tutti a Gesù Cristo”. Questo versetto, tratto dalla Prima Lettera ai Corinzi di San Paolo apostolo, scriveva don Fortunato Pezzuto sul suo ricordino per la prima messa. Era il 13 luglio del 1952.
Un sacerdote umile, semplice e sempre disponibile -soprattutto con i poveri e per i poveri- che ha lasciato un segno indelebile nella Comunità Parrocchiale di s. Antonio Abate in Carmiano, di cui è stato primo parroco.
Uomo della carità, don Fortunato, era un sacerdote secondo il cuore di Dio.
Il vescovo di Lecce mons. Francesco Minerva, nell’ottobre del 1973, volendolo trasferire dalla parrocchia di S. Maria Goretti in Frigole amabilmente gli disse: “Fortunato ho bisogno di un tipetto come te!”. E nella bolla di nomina a parroco di s. Antonio Abate (dell’8 dicembre 1973), sempre mons. Minerva scriveva: “Restituendoti alla terra natia”.
Una vita fatta di obbedienza, quella di don Fortunato, per i “suoi”vescovi che gli hanno voluto bene e mai gli hanno fatto mancare attestati di stima e affetto. Dal vescovo Minerva, suo vescovo diocesano, al presule Alberico Semeraro -ordinario di Oria e di cui è stato segretario personale nei primi tre anni di sacerdozio- a mons. Michele Mincuzzie sino a mons. Cosmo Francesco Ruppi. Quest’ultimo lo nominò canonico onorario del Capitolo Metropolitano della diocesi di Lecce.
L’11 gennaio del 2009, quindi anni fa, mentre don Fortunato si preparava a celebrare la santa messa, presso la Confraternita di s. Giovanni Battista a Carmiano (della quale era Padre Spirituale dal 10 ottobre 2001), colto da un infarto ci lasciava per raggiungere il cielo.
“La sua figura, il suo fruttuoso ministero e il suo indefesso impegno a favore dei parrocchiani e dei concittadini tutti, verrà ricordato con una messa di suffragio alle ore 18.30 presso la nostra -la sua amata- comunità parrocchiale!Lo vogliamo ricordare con semplicità ma con grande affetto, soprattutto in questi giorni che precedono l’inizio del settenario in onore del nostro santo patrono di cui era devotissimo”. Così si è espresso con noi don Riccardo Calabrese, attuale parroco di s. Antonio Abate. Un invito, un ricordo, un omaggio per tessere -come ricorda il Libro del Siracide- “l’elogio degli uomini illustri”!