PUGLIA – L’Assessorato alla Sanità pugliese è stato sempre un posto che scotta, con il governo Emiliano ancora di più, tanto da dover cambiare assessore ogni 2 anni. Adesso c’è il guaio di un rimpasto che rilanci l’azione regionale, dopo le inchieste e gli arresti che hanno portato il M5s a uscire dalla maggioranza e la segretaria del Pd, Elly Schlein, a chiedere a Emiliano “un cambio di passo” in Regione. Il governatore sta pensando anche a un assessorato spot, come quello alla Legalità. Ma ci sono problemi concreti da risolvere. Al netto della retorica dei bilanci in regola, le cose continuano a non funzionare nella sanità pugliese. C’è un cortocircuito in atto, come abbiamo già scritto a proposito di gastroscopie prescritte dai medici di base, che non vengono eseguite perché non ci sono nemmeno le liste d’attesa nel pubblico a Lecce per quell’esame. Quindi, bisogna pagare una struttura privata per poi chiedere all’Asl il risarcimento, tra carte bollate e burocrazia. Poi c’è l’opzione che gli ultimi scelgono sempre, quella di non curarsi. Questo significa un indiretto aggravio di spese per la sanità pubblica, che poi sarà costretta a curare problemi molto più gravi, con spese pesanti. I percorsi di emergenza sono solo sulla carta in molti casi: per fare le diagnosi precoci ci vogliono troppi passaggi.
Si perde troppo tempo con medici di base poco disponibili perché oberati di lavoro e che non indirizzano ancora il paziente nel posto giusto. Il rimpallo di ambulatori è inevitabile. Alla fine si riempiono gli ospedali di persone che dovrebbero essere curate diversamente. Lo stesso avviene con gli anziani non autosufficienti che non trovano posto nelle RSA, anche queste ultime in crisi, soprattutto nel privato, perché non sono state adeguate le tariffe ai costi che sono aumentati in maniera spropositata. Nemmeno i privati possono risolvere i guai delle liste d’attesa, perché anche loro subiscono tagli anziché adeguamenti. Tagli che sono stati fatti persino per i percorsi nei centri abilitati dei bambini con spettro autistico dai 6 agli 11 anni: i fondi sono stati spostati su un’altra fascia di età. In questo quadro poco entusiasmante non c’è stabilità nemmeno per chi dovrebbe gestire la sanità.
“Dopo Pierluigi Lopalco, ecco Rocco Palese, un altro ‘agnello sacrificale’ – scrive Antonio Perruggini, Presidente dell’Associazione di categoria Welfare a Levante – Abbiamo già vissuto il totale immobilismo del settore sanità con il primo mandato della Giunta Emiliano quando il Governatore intese trattenersi la delega. Ci chiediamo come si possa temporeggiare su un settore fondamentale per la tenuta dell’intero sistema di assistenza che gestisce oltre l’80% del bilancio regionale.
Già era difficilissimo incontrare i vertici della Sanità nonostante la gravissima situazione delle RSA, dei Centri Diurni e delle Asl che non riescono a sostenere gli accordi contrattuali per mancanza di coperture finanziarie, ora Emiliano e la sua traballante maggioranza decidono irresponsabilmente di lasciare vuoto l’assessorato più importante che ritorna a essere una barca senza timone mentre languono i ‘LEA’ che non sono personaggi dei cartoni animati ma prestazioni che dovrebbero essere costituzionalmente garantite.
Ma evidentemente secondo Emiliano vengono dopo, molto dopo il suo tentativo di ricomporre un vaso andato in mille cocci e di questo occorre prenderne atto con coerenza semmai andandola a cercare nel sottofondo di una etica abbondantemente sotterrata”.