LECCE – Nuova amministrazione, nuovi progetti per la Villa comunale leccese, a cominciare dalla vecchia casa del custode, che diventerà un ristorante. Andrea Guido, fresco di delega per la “Cura della città” conferma la notizia: “La struttura su due piani, dove abitava il custode, può diventare un ristorante capace di dare un appeal diverso a tutto il contesto. L’amministrazione Salvemini aveva previsto la postazione dell’ambulanza del 118, ma inserirla in quel luogo diventa difficoltoso anche per gli interventi di soccorso, che devono essere veloci, senza fare lo slalom tra utenti del parco”. In questo piccolo “polmone verde”, che è un attraversamento tra la parte “nuova” e la zona antica della città, da troppo tempo regna la decadenza e l’abbandono. Ci sono tre immobili in pessimo stato, con gli ingressi murati. L’intonaco della fontana monumentale sta cadendo a pezzi. Eppure, sono a disposizione spazi con ampie metrature, che potrebbero far affluire nelle casse comunali le risorse per gestire meglio questo parco in una posizione strategica, tra Piazza Mazzini e Piazza Sant’Oronzo.
L’amministrazione ha intenzione si spacchettare la gara d’appalto in più servizi. “All’interno stiamo pensando alla ludoteca, a un bar, ai bagni da rifare e da dare in gestione spiega Guido – Il problema è che il bar con licenza per sola somministrazione di alimenti imbustati è un autogol per un imprenditore, perché a quel punto si fa prima a mettere solo i distributori automatici. Per consentire di offrire prodotti caldi e di qualità c’è da fare i conti con la Soprintendenza. Chi investe in un progetto simile deve avere garanzie di poter realizzare degli utili. Bisogna riqualificare gli immobili”.
DEGRADO E DECADIMENTO DI UN POLMONE VERDE
La Villa comunale, progettata nel 1818, dopo anni si splendore, oggi appare nel degrado, soprattutto per i servizi igienici. I bagni dove era stata installata una gettoniera (oggi trafugata) sono stati vandalizzati, devastati e sono inagibili: una situazione inconcepibile per un giardino pubblico frequentato da anziani e bambini che hanno particolari esigenze. I wc dei disabili, invece, restano chiusi chiave e, quindi, non fruibili. “I servizi igienici sono diventati terra di nessuno in mano a tossicodipendenti, microcriminalità e bivacco – spiega l’assessore Guido – Lecce città turistica non può avere un servizio di igiene pubblica, oggi nelle mani di una cooperativa, che è attivo solo per un’ora al giorno. Quei luoghi devono essere presidiati perché diventano pericolosi“. Negli angoli del parco regna il bivacco e il degrado.
Nel 1999 fu sottoscritto un contratto con l’erede del vecchio custode del parco, che si assumeva l’onere dell’apertura e della chiusura della Villa comunale nelle ore di pubblico accesso: con il bar funzionante il presidio era garantito. Durante l’amministrazione Salvemini, si decise di procedere con delle gare per l’affidamento dei servizi (incluso quello di guardiania). La casa del custode fu chiusa e il parco ha attraversato una “fase di transizione”, forse un po’ troppo lenta, che ancora non si è conclusa. Attualmente ci sono pochi controlli, il parco è poco presidiato e necessita di una presenza costante anche sul piano della sorveglianza e delle pulizie. Inevitabile puntare sui privati per rilanciare un “luogo del cuore” per tante famiglie leccesi, ma bisogna premere sull’acceleratore.