LECCE – A nove mesi dalla bocciatura, il Senato accademico ci ripensa e dà il via libera all’aumento delle indennità per tutti gli organi apicali dell’Università del Salento: un parere favorevole, con la sola astensione di 4 rappresentanti degli studenti. Link e Udu, stranamente, non rilasciano dichiarazioni sulla scelta fatta: un silenzio stampa poco comprensibile, a meno che non stiano attendendo il CdA. La convergenza si è avuta sulla base della mancata retroattività della manovra (decorre da gennaio 2024), con recupero delle somme che si sono rese disponibili circa l’anno 2023 (251.000 euro). È passata la proposta del Direttore del dipartimento di Scienze Giuridiche, Luigi Melica, di destinare tali somme a beneficio della comunità accademica, secondo le decisioni che prenderà una Commissione istruttoria che sarà appositamente costituita.
Le cifre sono lorde, ma crescono parecchio: Fabio Pollice passa da 25mila euro l’anno a 115mila, che unisce al suo stipendio. La prorettrice Maria Teresa Aiello percepirà 28.875 euro lordi annui (prima ne portava a casa 10.800 euro). Il 12 dicembre 2023 il Senato accademico non aveva proceduto alla rideterminazione delle indennità e dei gettoni di presenza per gli organi universitari. In quell’occasione alcuni sindacati bollarono questa ulteriore spesa come inopportuna in un periodo di enormi ristrettezze finanziarie. L’adeguamento affonda le sue radici in un provvedimento datato 2022 del governo Draghi, a cui è seguito un decreto del 2023. Si tratta di provvedimento giusto, secondo il rettore dell’Università del Salento, Fabio Pollice, “già adottato anche da altri Atenei, che va a compensare delle grandi responsabilità che hanno i vertici universitari”.
LE ELEZIONI SI AVVICINANO
A luglio del 2025 l’Università del Salento sceglierà la sua nuova guida: ci sono già due candidati in campo, con esperienza ai vertici. “Aiello e Melica sono due candidature di qualità, con grande esperienza, che rivestono ruoli importantissimi all’interno dell’Accademia: l’aumento se lo meritano tutto! – spiega Pollice – È una questione di giustizia. Nel momento in cui si rivestono incarichi pubblici di responsabilità l’indennità dev’essere adeguata, altrimenti non ci lamentiamo se i migliori vanno a lavorare nelle università private. A Bari l’adeguamento lo hanno fatto senza problemi”.