SALENTO – Una truffa per quasi dieci milioni di euro. Con decine e decine di clienti beffati con il sogno dei facili investimenti on line. Ci sono professionisti: un medico e un avvocato; forze dell’ordine come un poliziotto e un finanziere in pensione. Ma anche gente comune. Tutti, al di là della professione, si trovano nella medesima condizione: truffati e dilapidati dei propri investimenti. A volte dei risparmi messi da parte per una vita intera. Disperati, in decine si sono ora affidati a diversi avvocati per cercare di rientrare degli investimenti rivelatisi fantasma.
La regista di tutte queste operazioni è ben nota: è una consulente finanziaria. Classe 1971, vive in un comune del basso Salento, con un’esperienza formativa in una banca alle spalle prima di aprire – nel maggio del 2024 – un ufficio tutto suo di consulenza finanziaria – autorizzato dalla Consob – in un paese salentino. E proprio alla Commissione nazionale per la società e la borsa si è rivolto un chirurgo in servizio nelle guardie mediche della provincia di Lecce: chiede che vengano adottate con urgenza tutte le misure necessarie a tutela dei risparmiatori, investitori e cittadini, con riferimento all’attività – tuttora autorizzata – della consulente. E si è rivolto, tramite l’avvocato Rocco Rizzello, con un esposto anche alla Magistratura salentina che ha aperto un’inchiesta ipotizzando l’esistenza di un’associazione a delinquere dietro queste truffe così sofisticate con vari soggetti coinvolti attivamente: titolari dei conti correnti, anche esteri, sui quali venivano effettuati gli accrediti per ingenti somme. Il medico, nel frattempo, ha perso i risparmi messi da parte in tutta la sua vita.
E la sua esperienza è la storia fotocopia di tanti altri cittadini ridotti al lastrico. Il professionista, peraltro, aveva un rapporto di profonda confidenza con la consulente quando – i fatti si collocano sempre a maggio del 2024 – decide di visionare nello studio della consulente una piattaforma on-line, con sede a Londra, su cui si effettuano operazioni di trading. La consulente gli suggerisce di investire 25mila euro che avrebbe gestito direttamente sul suo conto. Senza sottoscrivere alcun documento informativo e fidandosi ciecamente, il medico accetta di destinare bonifici bancari verso iban e destinatari del tutto sconosciuti, sempre nell’ottica di presunte operazioni tramite piattaforma trading.
Subito dopo il primo investimento per 30mila euro, al medico, tramite WhatsApp, vengono recapitati i resoconti delle operazioni effettuate, da cui risultano cospicui profitti. Vista la bontà del margine di profitto, il chirurgo decide di investire altre somme, per complessivi 180mila euro. Le operazioni sembrerebbero andare a buon fine e l’investimento lievita per un totale di 476mila euro. nella cronologia dei fatti si inserisce un primo intoppo: dalla somma si sarebbero dovuti sottrarre 57mila euro per le tasse da pagare nel Regno Unito per non perdere i guadagni nel frattempo maturati, con il rischio di sanzioni amministrative per omesso pagamento delle tasse.
Il medico provvede al “pagamento” e in quella stessa occasione, la consulente gli esibisce un presunto documento dell’Agenzia delle Entrate inglese con gli importi relativi al capitale investito (180mila euro). Nei mesi successivi, tale somma sarebbe aumentata esponenzialmente attestandosi sul milione e 310mila euro. Nel contempo sarebbero aumentate anche le presunte tasse da pagare all’Agenzia delle Entrate inglese. Da qui le continue richieste della consulente di procedere con ripetuti bonifici per provvedere a estinguere il debvito. Nel febbraio del 2025, dopo aver già effettuato diversi bonifici per oltre 500mila euro a titolo di “tasse” per il rientro dei capitali, il medico inizia a manifestare l’intenzione di liquidare l’investimento, con relativo accredito dell’intera somma – oltre 1 milione e 300mila euro – sui propri conti in Italia.
La consulente, però, temporeggia e rappresenta delle problematiche fiscali legate al “rientro dei capitali” dal Regno Unito. Il medico viene contattato, a mezzo mail, da un tale “avv. Alex Joel Amicarelli”, il quale scrive: “Stiamo lavorando affinché le operazioni di sblocco e rientro parziale del capitale avvengano nel rispetto delle normative vigenti, con la massima trasparenza e tempestività, entro e non oltre il mese di febbraio”. Giorni dopo anche la consulente, sempre su WhatsApp, scrive: “Buongiorno a tutti, vi informo che a causa di alcuni mancati pagamenti, le autorità inglesi hanno bloccato il vostro rientro dei capitali in Italia”.
Da questo ulteriore messaggio il medico comprende di essere finito in una truffa rappresentata dal chiedere anticipatamente somme di denaro, a titolo di “tasse”, come pre-condizione necessaria per il fantomatico rientro dei capitali dal Regno Unito, pena il “blocco e congelamento dei conti”. Analizzando le ricevute dei bonifici bancari eseguiti di volta in volta propri conti, emergerebbe un’altra anomalia: i destinatari non sono mai le Agenzie fiscali inglesi, ma Stl sconosciute che non riportano mai causali legate al presunto pagamento di tasse.
E poi nel messaggio della consulente c’è quel “tutti” che lascia intendere al medico di non essere l’unico investitore a trovarsi in quella situazione. Effettivamente come il chirurgo sono in tanti. Che, ora, chiedono di bloccare la consulente e di poter rientrare delle somme investite. Altri investitori sono pronti a depositare denuncia con l’assistenza legale dell’avvocata Rita Ciccarese. Nel frattempo, anche la consulente ha formalizzato denuncia contro la società on line per la quale lavorava. E’ assistita dall’avvocato Federico Martella.