LECCE – il presidente Paolo Cairo ha dovuto convocare cinque volte la Commissione urbanistica prima di riuscire a far passare a maggioranza la delibera sugli incentivi volumetrici, che permetterà di edificare case più alte in città, dalle marine alle periferie, con l’esclusione dei centri storici, degli edifici vincolati e di alcune abitazioni di Piazza Mazzini che hanno un carico urbanistico da tutelare. Si tratta dell’attuazione dell’ex piano casa della Regione Puglia (legge 36/2023). Ora è tutto pronto per il sì, con i soli voti della maggioranza, com’è avvenuto oggi in Commissione, nel prossimo Consiglio comunale del 4 agosto. L’assessore all’Urbanistica Gianpaolo Scorrano ha dichiarato di esserne fiero di poter dare questa opportunità estesa in ogni zona di Lecce, nonostante le perplessità dell’ex sindaco Carlo Salvemini, che ritiene necessaria una perimetrazione (individuando ambiti urbanistici ben definiti per la rigenerazione urbana).
Secondo il consigliere di minoranza Christian Gnoni, la delibera è “un blitz che non rende possibile la tanto sbandierata partecipazione”. Il consigliere di Lecce Città Pubblica, Sergio Della Giorgia, definisce la cartografia poco convincente (nella foto viene esibita in Commissione ndr). Ma ormai la delibera sbarcherà in Consiglio.
il centrosinistra però, non ha una visione univoca: il consigliere Antonio De Matteis ha chiesto conto dell’esclusione di alcune aree in piazza Mazzini e vorrebbe costi minori per gli oneri di urbanizzazione (allegando alla delibera un nuovo regolamento), in modo da consentire ai meno abbienti di poter intervenire sulle proprie case. Poi c’è la “visione rigorista” di Salvemini, che chiede di non fare sconti sugli standard urbanistici e di non allargare gli incentivi volumetrici oltre i confini del Piano regolatore generale.
Secondo la minoranza, nonostante le correzioni di alcuni errori materiali e l’inclusione di zone che erano state escluse, ci sono ancora molte lacune tecniche. L’ex sindaco Carlo Salvemini propone di richiamare nella delibera anche il documento di ricognizione degli immobili leccesi e desidera che il Piano regolatore generale possa essere la base da cui partire: “Dobbiamo avere la garanzia che gli interventi realizzati risultino coerenti con il contesto urbano, in una città che ha deficit di standard urbanistici accertati?”.
L’assessore Scorrano ha chiarito che invece di usare un Prg i tecnici si sono basati su una tavola della città elaborata da diverse amministrazioni, escludendo dalla possibilità di edificare case più alte la parte più centrale di Lecce e dando a tutti gli altri la possibilità di sfruttare gli incentivi volumetrici preziosi per abbellire e rendere più efficienti energeticamente le abitazioni. Dopo il passaggio della delibera si procederà al regolamento per fissare i costi degli oneri che dovranno pagare i proprietari che decideranno di sfruttare gli incentivi volumetrici.